La festività dedicata a questa divinità solare si svolgeva in corrispondenza del solstizio d’inverno.
Fino al 25 Dicembre il sole sembrava immobile nel cielo, e raggiungeva il punto più basso del suo arco, quindi le ore di buio erano maggiori.
Sembrava, insomma, che il sole morisse, per poi risorgere: era proprio questa resurrezione a essere festeggiata.
Il culto del Sol Invictus proveniva dall’Oriente, in particolare da Siria ed Egitto.
Qui, gli adepti di questo dio si riunivano nei templi fino a mezzanotte, e annunciavano la nascita del Sole, che sarebbe avvenuta da una vergine.
Non sfuggirà la similitudine con il culto cristiano.
Il culto del Sol Invictus e quello di Cristo hanno del resto anche altre analogie, anche da un punto di vista iconografico.
Infatti, prima del definitivo affermarsi del cristianesimo, Gesù era solitamente raffigurato come Apollo-Helios.
A Roma, il culto del Sol Invictus riscosse molto successo, particolarmente tra i militari.
La Legio III Gallica, una legione stanziata per molto tempo in Siria, fece vincere nel 69 la seconda battaglia di Bedriaco alle truppe di Vespasiano: la loro preghiera al sole il giorno della battaglia, scambiata dagli avversari per il saluto a truppe di rinforzo, mise i nemici in fuga.
Fu soprattutto a partire dai Severi che il culto prese forza. Gli imperatori di questa dinastia diedero nuova vita all’immagine della figura dell’imperatore assimilandolo allo stesso Dio.
Già nei secoli precedenti si era assistito ad una sorta di divinizzazione della figura imperiale, ma nel III secolo questo carattere trionfale ed invincibile dell’imperatore associato al Sol Invictus si enfatizza, anche nell’ambito militare.
Nel 274, l’imperatore Aureliano promosse ancora di più il culto di questa divinità solare, facendo erigere un tempio a questo dedicato presso il Campo Marzio.
Creò inoltre una nuova casta sacerdotale dedita solo al culto del Sole, istituì giochi e spettacoli, e impose il 25 Dicembre come festività.
L’imperatore Costantino nel 310 associò la sua figura a quella del Dio, come si può veder anche da alcune monete in cui il Sol Invictus è indicato come “comes”.
Nel 321, Costantino fissò il giorno di riposo settimanale nel “Dies Solis”. Nel 383, dopo l’editto di Tessalonica, il giorno di riposo divenne il “Dies Dominicus” ovvero il “Giorno del Signore”.

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Marco Cappelli 2021, Per un pugno di barbari. Come Roma fu salvata dagli imperatori soldati
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