Anche duemila anni fa, le donne amavano i vestiti, e sebbene esistessero ferree regole sul tipo d’abbigliamento, ci si poteva comunque sbizzarrire sul tipo di stoffa e sui pigmenti.
Esistevano, infatti, stolae e pallae realizzate in tessuti preziosi, o di lana molto fine, ed addirittura in seta, proveniente dalla Cina. E questi sono proprio i regali che una donna amava ricevere.
I migliori negozi della capitale erano situati tutti nel Campo Marzio, e nei pressi di un edificio chiamato Saepta Iulia. In questi luoghi, difficilmente si sarebbe avvistata una ricca matrona, poiché avrebbe fatto venire direttamente a casa sua il sarto (vestitor o vestificus) o il commerciante di vestiti (vestiarius).
Ma quanto costava un vestito?
In epoca imperiale, la produzione di vestiti andò specializzandosi sempre di più, raggiungendo alti livelli di stoffe pregiate, ricami, scarpe, tinte, ecc. facendo così nascere categorie di artigiani specializzati.
Diocleziano, inoltre, emanò un editto sui prezzi all’inizio del IV secolo, a causa dell’inflazione e svalutazione del sesterzio. Secondo alcuni studiosi, sotto il periodo di Diocleziano i prezzi degli abiti sarebbero aumentati addirittura di 67 – 73 volte rispetto al periodo altoimperiale.
Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)
A. Angela 2016, Una giornata nell’antica Roma
A. Angela 2010, Impero. Viaggio nell’Impero di Roma seguendo una moneta
A. Angela 2016, Amore e sesso nell’antica Roma