La Storia militare romana è piena di comandanti romani dimenticati da noi moderni, ma che erano ben noti tra i loro contemporanei.
È il caso di un generale della seconda metà del IV secolo, vittorioso protagonista degli eventi che condurranno alla battaglia di Adrianopoli del 378 d.C.: Sebastiano.
Sebastiano fu un militare esperto, dalla carriera molto lunga.
Era un uomo molto amato dai suoi soldati, ma inviso agli ambienti di corte.
Nato per la guerra, si preoccupava dei suoi uomini ma senza arruffianarseli. Un uomo senza vizi, impossibile da corrompere, e che per questo non si era mai arricchito.
Un uomo pericoloso, per gli ambienti di palazzo.
La sua carriera ventennale si divise tra Oriente e Occidente.
Servì nelle campagne militari degli imperatori Giuliano, Gioviano e Valentiniano I (363-375).
Alla morte di quest’ultimo, nel 375, secondo Ammiano Marcellino vi era la seria possibilità che Sebastiano venisse acclamato imperatore in Occidente dall’esercito, tanto era amato dai suoi soldati.
Ciò poi non avvenne, e ascese alla porpora il giovane Graziano, figlio di Valentiniano I.
Tra il 375 e il 378, gli intrighi di palazzo allontanarono Sebastiano dalla corte di Graziano, costringendo a una pensione anticipata un personaggio ritenuto troppo scomodo.
Proprio nel 378, tuttavia, poté mettere la sua enorme esperienza nuovamente al servizio dell’impero.
In Tracia dilagavano i Goti, dopo le disastrose vicissitudini del 376, e l’imperatore in Oriente Valente aveva bisogno di un generale esperto, del migliore.
La scelta non poté che ricadere su Sebastiano.

Reenactor di Vicus Ultimus
Nominato magister peditum, fu incaricato di creare un contingente per fronteggiare i Goti, nell’attesa che l’imperatore potesse raccogliere tutte le sue forze.
Con probabile stupore di Valente, chiese all’imperatore soltanto duemila uomini, a patto che potesse sceglierli e addestrarli personalmente.
Sebastiano aveva capito che, per indebolire i Goti, avrebbe avuto bisogno di una forza ridotta ma estremamente mobile, adatta a condurre operazioni di guerriglia.
Con questa forza esigua, ma agguerrita e bene addestrata, che si sarebbe arricchita solo con il bottino sottratto ai Goti, Sebastiano flagellò i barbari per tutta la prima metà del 378: attacchi notturni, imboscate, annientamento di bande di razziatori rimaste isolate.
Sebastiano proseguì nelle sue operazioni fino all’agosto del 378, quando finalmente le forze di Valente erano pronte e si mossero per affrontare i Goti, il giorno fatale della battaglia di Adrianopoli.
Sul campo di Adrianopoli, c’era anche lui.
Le fonti divergono nel stabilire se Sebastiano abbia invocato la prudenza, per negoziare e cercare di arruolare i Goti, o piuttosto la necessità di attaccare battaglia, forse anche reso molto sicuro dai suoi successi nei mesi precedenti.
Quale che sia la versione corretta, Sebastiano non sopravvisse abbastanza per sapere se la sua decisione fosse stata quella giusta.
Il 9 agosto del 378, Sebastiano morì sul campo di battaglia di Adrianopoli, e con lui il suo ricordo.
Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)
A. Barbero 2007, 9 agosto 378. Il giorno dei barbari.