Belisario è senza alcun dubbio uno dei più grandi comandanti di tutta la Storia romana (e della Storia in generale) – e questo nonostante, naturalmente, sia tutt’altro che un generale invitto.
Bene o male tutti lo ricordano per le sue battaglie contro Ērānšahr (l’impero sasanide, o iranico) a Oriente, e il suo nome è legato in modo indissolubile alle grandi campagne di riconquista dell’Occidente, contri i Vandali in Africa e gli Ostrogoti in Italia.
Tuttavia, non sono moltissimi quelli che oggi raccontano o ricordano delle prime campagne di Belisario delle quali siamo a conoscenza, avvenute prima della sua vera salita alla ribalta.

Fortunatamente le fonti antiche, nello specifico Procopio di Cesarea, Zaccaria Scolastico e Giovanni Malala, narrano in modo piuttosto dettagliato questi primi anni come comandante militare, tra il 526 e il 529 – all’epoca, probabilmente Belisario ha meno di trent’anni.
Militare già da alcuni anni, e membro probabilmente degli 𝘦𝘹𝘤𝘶𝘣𝘪𝘵𝘰𝘳𝘦𝘴 di Giustino I, zio di Giustiniano, viene probabilmente notato per i suoi talenti e ben presto assegnato ai suoi primi incarichi di comando militare.
In questo periodo, Belisario probabilmente inizia a creare la sua personale forza di 𝘣𝘶𝘤𝘦𝘭𝘭𝘢𝘳𝘪𝘪, esperti cavalieri delle più svariate origini etniche che lo accompagneranno fedelmente nelle sue future campagne militari.
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Anche se non sappiamo con quale rango precisamente, nel 526 Belisario partecipa, insieme al collega Sitta, ad alcune operazioni militari della guerra iberica (526-532) – l’Iberia è una regione del Caucaso, oggi corrispondente a una parte della Georgia.
I due comandanti conducono un’incursione coronata da successo, riuscendo a conquistare bottino e prigionieri, ma in una seconda campagna Belisario e Sitta vengono sconfitti da Narsete, un generale persarmeno (da non confondere col famoso futuro “collega” di Belisario), e Arazio.

La sua sconfitta in Iberia non deve essere stata valutata troppo negativamente, e in questo periodo gode probabilmente del favore imperiale.
Infatti l’anno successivo, nel 527, Belisario viene assegnato al ruolo di 𝘥𝘶𝘹 𝘔𝘦𝘴𝘰𝘱𝘰𝘵𝘢𝘮𝘪𝘢𝘦, con sede a Dara, dal nuovo imperatore, Giustiniano, in sostituzione del precedente 𝘥𝘶𝘹, morto di recente.
Da Zaccaria Scolastico apprendiamo alcuni aspetti del carattere di Belisario, che sono confermati in toto dalle sue azioni nei decenni successivi, nonché dalle altre fonti che lo descriveranno (Procopio di Cesarea, Agazia Scolastico).
Belisario è un comandante e uomo incorruttibile, giusto, e che si cura degli interessi dei contadini, impedendo ai suoi soldati di compiere angherie e razzie ai loro danni – un atteggiamento che, nella futura guerra vandalica, gli farà punire duramente i suoi soldati.
Appena nominato al suo nuovo incarico, Belisario va incontro a due gravi sconfitte per mano dei Sasanidi.
Infatti è uno dei numerosi comandanti di un esercito romano inviato contro la città di Thannuris nel 528.
I Romani cadono in un’imboscata: i Sasanidi hanno preparato fosse e trincee, nascoste alla vista, e gran parte dell’esercito imperiale finisce in trappola. Numerosi soldati e comandanti finiscono uccisi o prigionieri.
Insieme ad altri comandanti, Belisario riesce a mettersi in salvo a Dara con la cavalleria, mentre gran parte delle forze di fanteria non ha scampo.
Belisario non viene punito e non perde incarichi, venendo evidentemente ritenuto non tra i responsabili del disastro – una colpa che ricade sui due effettivi comandanti della spedizione, i generali e fratelli Buze e Cuze, che hanno peccato di imprudenza.
I Sasanidi successivamente, lo stesso anno della loro vittoria a Thannuris, avanzano sulla fortezza di Mindo, che Belisario sta fortificando per ordine di Giustiniano, e riescono a interrompere i lavori e a radere al suolo il forte.
Nella battaglia tra Romani e Persiani, proprio Cuze, inviato con una forza di soccorso, è tra i prigionieri che non torneranno mai più a casa.

Anche in questo caso, Belisario non è considerato tra i responsabili del disastro, poiché nel 529 ottiene infine il prestigioso incarico di 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳 𝘮𝘪𝘭𝘪𝘵𝘶𝘮 𝘱𝘦𝘳 𝘖𝘳𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦𝘮.
Forse perché finalmente solo al comando, Belisario ha ora davvero modo di dimostrare le sue vere doti come comandante e di lasciare un segno nella Storia.
L’anno successivo sarà infatti l’anno di una delle sue più grandi e celebri vittorie, nella battaglia di Dara.
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Fonti
Giovanni Malala, Cronografia
Procopio di Cesarea, Storia delle guerre
Zaccaria Scolastico, Cronaca siriaca
