Nel VI secolo, il soldato romano per eccellenza è un poliedrico combattente a cavallo, adatto tanto al combattimento in mischia quanto all’uso di arco e frecce.
Una figura che sarà sublimata dai guerrieri d’élite del periodo giustinianeo: i bucellari.
I bucellari sono truppe usualmente montate, milizie private al soldo di generali e ufficiali romani, probabilmente già dal V secolo (si pensa che Ezio abbia avuto un certo numero di bucellari unni).
Nel VI secolo, i bucellari sono assoldati in tal numero da formare dei veri e propri eserciti personali.
Solo Belisario sappiamo che ne aveva al suo comando 7000, Narsete circa un migliaio.
Queste truppe d’élite sappiamo da Procopio che hanno i propri ufficiali (detti “dorifori”), distinti dalla truppa (“ipaspisti”), e che spesso questi ufficiali sono assegnati a missioni speciali o addirittura a comandare contingenti dell’esercito regolare.
La provenienza etnica dei bucellari del VI secolo è assai variegata, come dimostrano i nomi che riporta Procopio (da Unni a Germani, fino a Romani).
Non abbiamo idea di come esattamente i bucellari vengano reclutati, ma sappiamo per certo che possono entrare al servizio di un generale, anche se semplici soldati, dopo essersi distinti in battaglia ed essere stati notati.
E’ il caso di Paolo, un fante che si distingue per il suo coraggio contro la cavalleria dei Goti alla battaglia di Tagina del 552.
Narsete lo nota e lo arruola tra i propri bucellari.
Con questi requisiti di arruolamento, non deve quindi stupire se i bucellari si rivelano in più occasioni combattenti a dir poco formidabili.
Grazie alle “Guerre” di Procopio di Cesarea, abbiamo testimonianza delle gesta di parecchi di questi bucellari, molti dei quali li conosciamo per nome.
Ne vedremo giusto alcuni, poiché l’elenco sarebbe lunghissimo.
Tra i bucellari più nominati e valorosi vi sono senza dubbio quelli di Belisario, che si distingueranno in particolare durante l’assedio di Roma.
Anche in piccoli gruppi, furono in grado con le loro sortite di tenere sotto scacco migliaia di guerrieri goti alla volta.
Durante uno scontro tra mille di questi bucellari e l’intera cavalleria dei Goti, prima che iniziasse l’assedio, si distinsero Massenzio (che cadde in combattimento) e Valentino (bucellario al servizio di Fozio, figlio di Antonina), che da solo riuscì a tenere a bada i nemici abbastanza a lungo da permettere ai compagni di ritirarsi verso Roma.
Un altro bucellario degno di nota è sicuramente Chorsamante (“un massageta”, dice Procopio: un modo letterario, forse, per definire un Unno).
Questi, in una delle solite sortite dei bucellari, insegue i nemici fino al loro campo, ma è lasciato solo dai suoi. Anche se da solo, riesce a uccidere parecchi nemici e a tornare, seppure ferito a una gamba.
La ferita alla gamba lo tiene fuori combattimento per qualche tempo: Chorsamante, che mal sopporta non combattere, giura vendetta contro i Goti.
Appena rimessosi, e probabilmente sbronzo (“avendo, come era solito, bevuto parecchio a pranzo”), Chorsamante galoppa da solo fuori da Roma per vendicare la sua ferita.
Uccide molti Goti con l’arco, per poi passare a una furibonda mischia corpo a corpo. Sotto gli occhi dei difensori che guardano dalle mura, Chorsamante infine cade sotto i colpi degli Ostrogoti.
Un ultimo bucellario che possiamo ricordare è Anzala, un armeno al servizio di Narsete.
Nelle fasi preliminari della battaglia di Tagina, un guerriero di nome Coca avanza solitario dallo schieramento ostrogoto, sfidando a duello i Romani. Coca è uno dei disertori che erano passati con Totila durante la guerra.
Dalle fila romane si fa avanti Anzala.
Coca lo attacca immediatamente, ma Anzala fa scartare il cavallo e pianta la lancia nel fianco di Coca, abbattendolo e vincendo il combattimento.
I bucellari non compaiono più così spesso nelle cronache come in Procopio, ma la loro presenza resta fondamentale sui campi di battaglia del periodo e oltre.
Sono infatti nominati tra le truppe d’élite e meglio equipaggiate dell’esercito nello Strategikon di Maurizio, e ancora nell’VIII secolo vi sarà un thema in Asia Minore proprio a loro nome (Boukellarion Thema).

Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)
Procopio di Cesarea, Le guerre
G. Ravegnani 2009, Soldati e guerre a Bisanzio. Il secolo di Giustiniano
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