La sconfitta bulgara nel 1014 a Kleidion, che secondo la tradizione ha portato al crudele accecamento di ben 14.000 prigionieri bulgari (tranne uno ogni cento), ha fatto guadagnare all’imperatore Basilio II, seppur solo dopo la sua morte, il soprannome con il quale ancora oggi è conosciuto: “Bulgaroctono”, il “massacratore di Bulgari”.
Poco più di un secolo e mezzo dopo, tuttavia, la situazione è molto diversa.
Dal 1185, dopo un dominio imperiale durato un secolo e mezzo a seguito della vittoria di Basilio II, i Bulgari si ribellano all’impero romano e lottano per riprendere e vedere riconosciuta la loro indipendenza, tanto politica quanto religiosa.
La nuova entità politica bulgara passerà alla Storia come “Secondo impero bulgaro”, anche se i regnanti bulgari si autoproclameranno imperatori senza l’approvazione né il riconoscimento di nessuno – il papa, con il quale all’inizio stringono alleanza, riconoscerà loro al massimo l’autorità di 𝘳𝘦𝘹.
Dal 1196, a reggere le sorti del nuovo regno/impero bulgaro è lo tsar Kalojan – che si potrebbe tradurre come “Giovanni il Bello”.
Kalojan combatte due prime campagne contro l’impero tra 1197 e 1202, ma paradossalmente sarà la Quarta Crociata e la lotta con i Latini a creare le condizioni per la sua ascesa e la sua fama – nonché per il soprannome con il quale resterà famoso.
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Kalojan entra in scontro diretto con i crociati perché vogliono terre, specie in Tracia, che anche lui reclama.
Inoltre, molti abitanti dell’impero ora si rifugiano proprio in Bulgaria, invocando Kalojan di abbattersi sui Latini e, forse, addirittura promettendogli di farlo imperatore – un’ambizione mai sopita dei Bulgari.
Lo tsar di Bulgaria non si fa pregare. Dopo aver convinto le popolazioni di Tracia e Macedonia a ribellarsi ai crociati, marcia su Adrianopoli e fuori dalle sue mura il 14 aprile 1205 infligge una sconfitta devastante ai Latini, catturando addirittura l’imperatore latino Baldovino I di Fiandra, che morirà in prigionia.
Secondo le testimonianze romane, come Giorgio Acropolita, Baldovino morirà dopo atroci torture e del suo cranio ne viene fatta una coppa, ma le fonti latine al contrario ci dicono che i prigionieri crociati di Kalojan vengono trattati rispettosamente.
Come che sia, Kalojan prosegue nella sua campagna, devastando i territori proprio di Macedonia e Tracia e catturando alcuni insediamenti ora in mano ai crociati – ma senza riuscire a conquistare Adrianopoli.
Kalojan non fa in realtà molte distinzioni tra i Latini e gli abitanti dell’impero che i crociati si sono spartiti.
Nel corso delle sue campagne tra 1205 e 1206, sconfigge i Latini in più occasioni, conquista numerose fortezze lungo la Via Egnatia e saccheggia Tracia e Macedonia, con massacri e deportazioni dei suoi abitanti – proprio coloro i quali avevano chiesto il suo aiuto – oltre il Danubio.
Proprio per via di queste sue campagne che si abbattono soprattutto sulla popolazione imperiale (i Latini restano pur sempre una minoranza), Kalojan decide di rivendicare un soprannome che riecheggi, ma allo stesso tempo dileggi, proprio quello dell’antico e peggior nemico dei Bulgari.
Se Basilio II è stato il Bulgaroctono, Kalojan passa alla Storia come Rhomaioktonos: il massacratore di Romani.
Nonostante il soprannome, ciò però non gli impedirà, per proseguire più efficacemente la guerra con i Latini (e sempre aspirando all’impero), di allearsi nel 1207 proprio con quelli che dovrebbero essere tra i suoi nemici “naturali”: i Romani di Nicea.
Letture consigliate
M.C. Bartusis 1997, The Late Byzantine Army. Arms and Society
S. Kyriakidis 2011, Warfare in Late Byzantium 1204-1453
W. Treadgold 1997, A History of the Byzantine State and Society
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