Quando parliamo di Costantino, è spesso facile dare grande enfasi solo alla battaglia di Ponte Milvio del 312 e dimenticarsi poi del resto.
Al contrario, dopo la vittoria su Massenzio, la strada di Costantino verso il potere assoluto è ancora lunga.
Vediamo quindi qui, in estrema sintesi, la nuova e ultima fase di guerre civili del periodo tetrarchico – in articoli futuri affronteremo maggiormente nei dettagli i singoli eventi militari.
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L’ultimo avversario di Costantino è infatti Licinio, nel 312 augusto in Oriente.
Un potere non certo incontrastato. Nel 308, da cesare dell’augusto Galerio (suo vecchio compagno d’armi), era stato fatto direttamente augusto da Galerio stesso, alla conferenza di Carnuntum (oggi in Austria, nel comune di Petronell-Carnuntum).
Questa decisione aveva tuttavia suscitato le proteste di Costantino e Massimino Daia, entrambi proclamatisi augusti entro il 310.
Della situazione della tetrarchia in quegli anni e della conferenza di Carnuntum, molto complesse ma di enorme importanza, certamente tornerò con un articolo dedicato.
Per fare una rapida sintesi, entro il 311 il sistema tetrarchico è già andato in fumo e si contano ben quattro augusti: due in Occidente (Costantino e Massenzio) e due in Oriente (Licinio e Massimino Daia).

Costantino decide di muovere guerra a Massenzio e, subito dopo Ponte Milvio, di allearsi con Licino, che di fatto controlla l’Illirico – e insieme, dopo essersi incontrati a Milano, nel 313 emettono il famoso editto di tolleranza verso la religione cristiana.
Rimasto isolato, Massimino Daia sarà poi sconfitto da Licinio nello stesso 313 nella battaglia di Tzirallum. Licinio è così ora unico augusto sull’Oriente.
Tuttavia, né Licinio né Costantino hanno intenzione di dividere per molto tempo l’𝘪𝘮𝘱𝘦𝘳𝘪𝘶𝘮 con l’alleato-avversario.
Il conflitto aperto tra i due si accende infine nel 316 – secondo alcuni studiosi, tuttavia, bisognerebbe risalire in realtà al 314.
Le tensioni salgono a causa della nomina a rango di cesare in Occidente un certo Bassiano, parente di Costantino.
Licinio spinge Bassiano a ribellarsi, ma la sua congiura è sventata. La guerra infine scoppia quando Licinio si rifiuta di consegnare uno dei congiurati, Senecione, fratello di Bassiano, che si è rifugiato presso di lui.
Questa, una delle versioni. Secondo l’autore di VI secolo Zosimo (storico antico notoriamente molto critico, fino all’eccesso, con imperatori cristiani come Costantino e Teodosio), lo scoppio della guerra è invece colpa di Costantino, che non rispetta gli accordi con Licinio e semplicemente invade suoi territori.
In opposizione a Costantino, Licinio promuove a suo cesare (o addirittura a co-imperatore e augusto d’Occidente) Aurelio Valerio Valente.

Questa fase della guerra civile si chiude già tra 316 e 317, con le due vittorie di Costantino a Cybalae prima e a Mardia poi.
Licinio mantiene il dominio sull’Oriente, ma è costretto a cedere l’Illirico e a mettere a morte Valerio Valente.
Gli anni tra il 318 e il 324 sono relativamente tranquilli, ma i due contendenti non rimangono certo quieti.
Anzi, in questi anni Costantino si dedica con energie e risorse alla costruzione di una flotta, che punti a vascelli veloci e leggeri piuttosto che alle grandi, ma pesanti, navi da guerra romane che più usualmente immaginiamo.
Licinio, di contrasto, raduna tutti i legni a sua disposizione dalle province orientali.
Il pretesto per far scoppiare nuovamente la guerra, nel 324, lo offre nuovamente Costantino.
L’augusto d’Occidente muove un esercito per fronteggiare un’invasione di Goti e Sarmati oltre il Danubio…tuttavia, l’incursione è penetrata in realtà in Mesia Inferiore e in Tracia, territori sotto la giurisdizione di Licinio.
Dopo una serie di proteste ufficiali da parte di Licinio, la guerra si accende nuovamente.
Nel 324, i due eserciti di Costantino e Licinio – forti, secondo le fonti, di cifre probabilmente esagerate di 150.000 e 120.000 uomini – si affrontano nella battaglia di Adrianopoli, dove Costantino mostra nuovamente la sua superiorità militare e sconfigge Licinio, che fugge in Asia Minore.
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Ad aprire la via verso l’Asia è invece Crispo, primo figlio di Costantino, che con la nuova e più avanzata flotta sconfigge in modo eclatante, sempre nel 324, la flotta liciniana nelle acque davanti alla cittadina di Bisanzio, nella battaglia dell’Ellesponto, pur con un’inferiorità numerica, se ci affidiamo alle fonti, di quasi tre a uno.
Sempre nello stesso anno, Costantino insegue Licinio in Asia Minore, dove avviene lo scontro finale.
Presso Crisopoli, Licinio, insieme al suo nuovo cesare Sesto Martiniano, è nuovamente e disastrosamente sconfitto, e costretto a ritirarsi a Nicomedia.
Qui, infine, con ben poche truppe ormai a disposizione, decide di arrendersi e di consegnarsi a Costantino, che in un primo momento gli risparmia la vita – mentre Sesto Martiniano è condannato a morte e impiccato.

Licinio, secondo i patti, dovrebbe continuare tranquillamente la sua vita, di fatto esiliato, come privato cittadino a Tessalonica.
Tuttavia, non è questo il destino lo attende.
Nel 325, con l’accusa (forse con un fondo di verità, non possiamo saperlo) di star cospirando contro di lui insieme ai barbari che abitano oltre il Danubio, lo condanna a morte per impiccagione.
Eliminato definitivamente anche l’ultimo avversario, Costantino è ora l’unico 𝘥𝘰𝘮𝘪𝘯𝘶𝘴 dell’impero romano, carica che manterrà in modo indiscusso fino alla sua morte, nel 337.
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Bibliografia essenziale
Alessandro Barbero 2016, Costantino il vincitore
Pierre Maraval 2015, I figli di Costantino
