Nell’immaginario collettivo, il legionario romano tra repubblica e alto impero immancabilmente ce lo figuriamo nel fare un saluto a braccio destro disteso, dopo essersi battuto il pugno sul cuore.
Ma i Romani lo facevano davvero? O meglio, i Romani avevano un saluto militare?
Partiamo dalla seconda domanda, per rispondere anche alla prima.
Sì, i Romani avevano una forma di saluto militare.
Esiste purtroppo una sola attestazione chiara a riguardo, anche se abbastanza inequivocabile, nel “De Bello Africo” di Cesare (DBA, 85), nel quale è menzionata una “salutatio more militari” (saluto alla maniera militare).
Purtroppo, non abbiamo idea di come venisse eseguita, né se nel caso si sia mantenuta, sia mutata o sia sparita nel corso dei secoli.
Alcuni studiosi ritengono che venisse eseguito in maniera abbastanza simile al saluto militare odierno, alzando il braccio e portando la mano aperta sul lato della fronte, o semplicemente alzando l’avambraccio in posizione verticale, mostrando il palmo della mano bene aperto.
Purtroppo anche queste interpretazioni sono poco risolutive, basate principalmente su fonti iconografiche, come il rilievo dell’Ara di Domizio Enobarbo o la Colonna Traiana – entrambe fonti che, tuttavia, non mostrano mai un saluto militare in maniera chiara e inequivocabile. Anzi, spesso sembrano non mostrarlo affatto.
Sempre il passo del De Bello Africo potrebbe suggerire che almeno venisse alzata la mano, poiché successivamente al saluto i legionari che lo eseguono, fanno “il segno di resa abbassando le braccia” (anche in questo caso, come fosse tale segnale non sappiamo).
Si tratta però di una speculazione anche questa.
In breve: i Romani avevano un saluto militare, almeno nel periodo della tarda repubblica (e presumibilmente anche prima e dopo). Ma come venisse eseguito, non è possibile dirlo con certezza.
Che dire allora del famoso pugno sul cuore seguito dal braccio disteso? O del solo braccio destro disteso?
Quanto al primo, secondo diversi articoli in rete, sarebbe attestato da Publilio Siro. Da una ricerca personale nelle sue “Sententiae”, tuttavia, ad ora non ho trovato alcun accenno a tale pratica.
Quanto al braccio disteso, inutile ribadire che il celebre “saluto romano” altro non è che un’invenzione dannunziana, mutuata poi dal regime fascista, e mai eseguita dai Romani a mo’ di saluto.
Distendere il braccio destro (e non teso del tutto, usualmente) era un gesto tipico dell’oratoria, tanto che generali e imperatori sono soliti essere rappresentati col braccio leggermente disteso mentre eseguono l’adlocutio.
Non solo. Era anche un gesto altamente simbolico, legato al valore sacrale e di comando legato alla mano destra.
Non è un caso se, relativamente al mondo militare, sembrano essere solo gli imperatori, anche nei trionfi o nelle parate (es. la descrizione di Ammiano Marcellino dell’ingresso di Costanzo II a Roma), a essere rappresentati o descritti con la mano destra sollevata.
Leggi anche La stretta di mano. I Romani stringevano gli avambracci?

Anzi, l’unica figura in tal senso, niente meno che il dio Marte, è proprio dalla parte opposta rispetto a dove il legionario è rivolto.
Letture consigliate
Martin M. Winkler 2009, The Roman Salute. Cinema, History, Ideology.
Ottimo articolo, grazie! È un argomento su cui avevo fatto ricerche, ahimè inconcludenti, anch’io. Mia domanda/supposizione: la mano di bronzo, che compariva in cima a molte insegne di centuria o manipolo, si può collegare in qualche modo al saluto militare, oppure aveva un’altra origine?
Grazie in anticipo per la risposta.
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