Titolo: “Quando Venezia distrusse l’impero romano. 1204: la crociata dei bugiardi contro Costantinopoli.”
Autore: Marco Cappelli
Anno pubblicazione: 2025
Editore: Solferino
Per chi mi segue da un po’ di tempo, sa quanto sia ormai affezionato ai libri di Marco Cappelli, la voce dietro al podcast Storia d’Italia.
Forse ricorderete le mie entusiastiche recensioni a Per un pugno di barbari, dedicato alla crisi del III secolo, e a Il miglior nemico di Roma, che raccontava la grande vicenda dei Goti nell’impero romano, dalla battaglia di Adrianopoli al sacco di Roma.
Ebbene, mi sento di poter dire che questa volta Marco Cappelli si sia superato di nuovo, raccontando di un episodio al quale non credevo si sarebbe dedicato: la Quarta Crociata.
A rischio di esagerare, questo a mio parere è il libro divulgativo definitivo su questo cruciale episodio storico con il quale, nel 1204, Costantinopoli viene conquistata militarmente per la prima volta nella sua millenaria Storia, e l’impero romano viene letteralmente smembrato – perdendo un’unità che, per i successivi due secoli e mezzo, non troverà più.
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Nonostante la sua enorme importanza, la Quarta Crociata non ha molte monografie dedicate in lingua italiana. Viene ben spiegata, seppur sinteticamente, nel libro Bisanzio e le Crociate del prof. Giorgio Ravegnani, ed è oggetto del saggio L’incompiuta del prof. Marco Meschini (che ammetto di non aver ancora letto).
Perché, tra nomi di così grande rilievo, mi prendo il rischio di definire il libro di Marco Cappelli il libro divulgativo “definitivo” sull’argomento?
Inutile ribadire che, come nelle sue opere precedenti, “Quando Venezia distrusse l’impero romano” sia un volume ottimamente documentato, con una miriade di note (che troverete in fondo al libro, per non appesantire la lettura). Altrettanto ovvia, per come ci ha abituati Marco Cappelli, è la presenza di mappe meravigliose, degne di un romanzo storico o di un fantasy.

Sono due gli elementi principali che mi hanno rapito di questo libro: la narrazione della storia (e della Storia) e le osservazioni e conclusioni di Marco Cappelli su una vicenda tragica e importante come la Quarta Crociata.
Partiamo dalla prima.
Marco Cappelli ci ha abituati ormai a un metro narrativo agile, che spesso si affida a elementi della cultura pop per meglio trasportare anche il lettore meno avvezzo dentro le vicende storiche e fargli comprendere la complessità.
Ebbene, in questo senso l’autore ha fatto di nuovo passi da gigante. In “Per un pugno di barbari”, avevo trovato tali riferimenti pop forse eccessivi, nonostante il libro lo avessi amato. In “Il miglior nemico di Roma”, Marco Cappelli aveva affinato il suo stile, dosando ancora meglio la rigorosità storica nel suo metro narrativo.
In “Quando Venezia distrusse l’impero romano“, Marco Cappelli ha raggiunto un equilibrio quasi perfetto.
Particolarmente quando si entra nel vivo della Crociata, sembra di essere davvero trasportati nelle vicende. È come vivere la Storia sbirciando da dietro un angolo, con la voce rassicurante di Marco Cappelli che ci spiega quanto sta accadendo, senza mai abbandonarci.
La prima parte del libro è una grande cavalcata nella Storia dei grandi protagonisti “geopolitici” della Quarta Crociata – l’impero romano, con Costantinopoli “arca dell’antichità”, i regni latini, il papato e Venezia.
Ma è nella seconda parte, quando si iniziano ad esplorare le cause e quando finalmente ci imbarchiamo anche noi nella grande spedizione di crociati e veneziani, che Marco Cappelli dà il meglio di sé. Una lettura dalla quale è impossibile staccarsi, per scoprire cosa accadrà nella pagina successiva.
Ho poi accennato al fatto che sono rimasto affascinato dalle conclusioni dell’autore. Ne ho parlato con lui anche nella diretta che avevamo dedicato ormai un paio di mesi fa proprio al libro e alla Quarta Crociata, ma vediamo in breve anche qui.
In primo luogo, Marco afferma che l’impero romano cada effettivamente nel 1204, e quelli che si contenderanno Costantinopoli e il titolo imperiale dopo (l’impero di Nicea, l’impero di Trebisonda, il Despotato di Epiro) non siano che Stati successori.
Non è una visione peregrina, ma come ben saprete non mi trovo d’accordo con questa tesi. La cosa certa, e su questo io e Marco Cappelli siamo perfettamente d’accordo, è che la Quarta Crociata segni un vero punto di non ritorno per il mondo romano. Uno spartiacque dal quale sarà impossibile tornare indietro.
L’aspetto che però mi ha affascinato di più è la conclusione che la Quarta Crociata, o meglio la deviazione della spedizione e il sacco di Costantinopoli, non siano stati frutto del caso, delle circostanze, di una serie di episodi fortuiti – questa è usualmente la narrazione che va per la maggiore. Non è nemmeno stato, e questa forse è la parte più tragica, un episodio inevitabile della Storia. Tutto al contrario…e da qui l’appellativo di “crociata dei bugiardi”.
Ebbene, l’analisi attenta delle fonti fatta da Marco Cappelli svela che, almeno nella mente di molti dei grandi capi della crociata (non vi svelo chi: dovrete leggere il libro per scoprirlo!), la “deviazione” a Costantinopoli non era tale, e che l’inserimento nelle vicende politiche dell’impero romano era stato tutto architettato dall’inizio. Alla luce delle fonti, questo quadro è senz’altro il più realistico – non fatevi ingannare, poiché non ha a che fare con la “teoria del complotto” del povero Niceta Coniate.
Siamo piuttosto davanti a un ennesimo esempio di come gli intrighi e i piani alla Trono di Spade non siano che pallide imitazioni degli eventi del mondo reale.
In questa recensione ho toccato solo alcuni degli aspetti salienti di “Quando Venezia distrusse l’impero romano“, quelli che mi hanno senz’altro colpito di più.

Mi permetterò di citarne un altro, che rende questo libro davvero unico: la traslitterazione dei nomi.
Tutti i nomi dei personaggi storici sono resi non nella loro versione italianizzata, quanto in quella che di più richiama la realtà storica, o come lo abbiamo effettivamente attestato – seguendo in questo il grande storico Anthony Kaldellis.
Così abbiamo Alexios Angeols in luogo di Alessio Angelo, Philip di Swabia invece di Filippo di Svevia, Geoffroy de Villehardouin per Goffredo di Villehardouin, etc.
Questo sia per rendere maggior rispetto al vero nome dei personaggi storici, sia anche per non appiattire quello che era un mondo di molte lingue e molte culture. Per rendere al meglio, insomma, il “colore” che si poteva ammirare, respirare e vivere nel XIII secolo.
Poco da dire: missione completamente riuscita.
Non posso che concludere invitandovi a procurarvi una copia di “Quando Venezia distrusse l’impero romano” e lasciarvi accompagnare da Marco Cappelli nella narrazione della Quarta Crociata.
Sarete grati di aver trovato un posto a questo volume nella vostra libreria.



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