Difesa a tre livelli. La riforma militare di Teodosio.

Dopo il disastro di Adrianopoli del 378, il nuovo imperatore Teodosio si trova di fronte a una sfida enorme.

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Non solo è chiamato a ricostruire un esercito per combattere i Goti in Tracia, partendo da una penuria di uomini validi e di ufficiali esperti (e non potendo muovere in velocità truppe dalle province orientali).
Ma deve anche mettere pesantemente mano al sistema militare nato dalle riforme di Diocleziano e Costantino.

Fino ad allora, le truppe imperiali sono state suddivise in truppe di confine (i 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘯𝘦𝘪), guidate dai 𝘥𝘶𝘤𝘦𝘴, mentre i comandi provinciali superiori dell’esercito 𝘤𝘰𝘮𝘪𝘵𝘢𝘵𝘦𝘯𝘴𝘦𝘴 sono ripartiti tra un 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳 𝘱𝘦𝘥𝘪𝘵𝘶𝘮 per la fanteria e un 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳 𝘦𝘲𝘶𝘪𝘵𝘶𝘮 per la cavalleria. Il primo è tradizionalmente superiore in rango al secondo.

La prima cosa a cui Teodosio mette mano, per affrontare il brusco cambiamento che la guerra ha preso durante gli ultimi anni, è di annullare tale divisione, per permettere alle due armi di collaborare appieno e più efficacemente – anche perché la cavalleria ha ormai assunto un’importanza fondamentale.

Per questo, tutti i comandi provinciali vengono così unificati sotto un unico 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳 𝘶𝘵𝘳𝘪𝘶𝘴𝘲𝘶𝘦 𝘮𝘪𝘭𝘪𝘵𝘪𝘢𝘦, che mediamente ha a disposizione un esercito di ca. 20.000 uomini, le cui forze di cavalleria e fanteria sono suddivise a seconda delle necessità locali (questo almeno in Oriente: in Occidente sembrano attestati, anche successivamente i vecchi comandi di fanteria e cavalleria).

Reenactors Numerus Italorum
Ph. Martina Cammerata

Ma non basta.

Teodosio si è reso conto di come l’assenza di un esercito centrale di riserva, a diretta disposizione dell’imperatore e pronto a muovere in qualunque momento verso una delle due frontiere “calde” della 𝘱𝘢𝘳𝘴 𝘖𝘳𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪𝘴 (ovvero il confine danubiano e quello con i Sasanidi), costituisca un pericoloso difetto all’efficienza della capacità di risposta romana alle minacce esterne.

E’ per questo che istituisce così la figura del 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳 𝘮𝘪𝘭𝘪𝘵𝘶𝘮 𝘱𝘳𝘢𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘪𝘴 (o 𝘪𝘯 𝘱𝘳𝘢𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘢 𝘈𝘶𝘨𝘶𝘴𝘵𝘪), al comando di un’unità di manovra di riserva, composta da soldati d’élite, pronta a muovere se i primi due livelli di difesa dei 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘯𝘦𝘪 e dei 𝘤𝘰𝘮𝘪𝘵𝘢𝘵𝘦𝘯𝘴𝘦𝘴 non fossero riusciti a contenere le minacce esterne, o comunque per poter essere usata alla bisogna, senza rimuovere truppe dagli eserciti campali provinciali.

Per la parte orientale dell’impero, Teodosio crea ben due armate 𝘱𝘳𝘢𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘪𝘴, al comando del rispettivo 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳 𝘮𝘪𝘭𝘪𝘵𝘶𝘮.

Teodosio non avrà davvero modo di vedere all’opera il nuovo sistema, poiché le sue campagne militari, a parte la crisi gotica, lo vedranno impegnato soprattutto in Occidente contro gli usurpatori – e spesso le truppe dei suoi eserciti 𝘪𝘯 𝘱𝘳𝘢𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘢 saranno con lui.

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Pur con qualche scossone iniziale alla fine del IV secolo, il sistema di difesa a tre livelli di Teodosio, con un “corpo d’armata” centrale a diretta disposizione dell’imperatore, durerà con successo fino alla fine del periodo tardo antico – e trovando una diretta continuità, nei secoli successivi, nella creazione del 𝘵𝘩𝘦𝘮𝘢 dell’Opsikion prima e dei 𝘵𝘢𝘨𝘮𝘢𝘵𝘢 poi.

Lettura consigliata

G. Breccia 2018, Lo scudo di Cristo. Le guerre dell’impero romano d’Oriente