Recensione: “9 agosto 378. Il giorno dei barbari”, di Alessandro Barbero

Titolo: “9 agosto 378. Il giorno dei barbari”

Autore: Alessandro Barbero

Anno pubblicazione: 2005

Editore: Laterza

Il prof. Alessandro Barbero, medievista e storico militare, negli ultimi anni è divenuto uno dei maggiori e più seguiti divulgatori storici italiani, e non ha certo bisogno di presentazioni.

Abbiamo già avuto modo di parlare di una sua recente fatica qui sul sito, ma oggi vedremo uno dei suoi libri senz’altro più celebri e meglio riusciti – un vero e proprio classico, che gode ancora adesso, a quasi vent’anni dalla sua prima pubblicazione, di ristampe e nuove edizioni.

[Leggi anche Recensione: “Costantino il Vincitore”, di Alessandro Barbero]

Stiamo parlando naturalmente di “9 agosto 378. Il giorno dei barbari”, il libro del prof. Barbero dedicato alla celebre battaglia di Adrianopoli, che senz’altro segna uno spartiacque nella storia non solo tardo antica, ma romana in generale.

Pur essendo un saggio rigoroso, con ogni puntuale riferimento indicato in nota (troverete le note in fondo al libro), si tratta di un libro che si legge in modo assolutamente scorrevole, godibile, e anzi avvincente.

A tratti sembra quasi di leggere un romanzo – e del resto il prof. Barbero non è nemmeno estraneo alla narrativa. Lo stile che avete modo di ascoltare nelle sue conferenze e interventi, lo troverete perfettamente trasposto anche “9 agosto 378”.

Vediamo il libro un po’ più nel dettaglio.

Dopo un breve cappello introduttivo, diviso in tre capitoli, per spiegarci sia la situazione dell’impero romano nel IV secolo sia il suo secolare rapporto con i popoli barbari oltre confine (un tema trattato in un dettaglio in un altro libro di Alessandro Barbero, ovvero “Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano“), si passa direttamente nel vivo.

Vengono ripercorsi gli eventi della grande migrazione (o per meglio dire, fuga) dei Goti nel 376, il passaggio del Danubio, l’irresponsabilità e corruzione dei funzionari romani, il disastro irrecuperabile e l’inizio della guerra gotica quello stesso anno.

Di tutto il libro, i capitoli dedicati a questi eventi, che culminano con la battaglia di Adrianopoli (alla quale è dedicato il capitolo più lungo del volume), ne occupano ben un terzo.

La trattazione poi continua con l’arrivo di Teodosio e della sua capacità della gestione del problema (un aspetto che sta venendo rivalutato molto più positivamente anche in altri saggi, oltre che in questo), la sistemazione dei Goti nel 382 e gli effetti a lungo termine della battaglia di Adrianopoli e delle nuove politiche barbariche, nonché del tentativo di integrazione dei Goti nelle fila dell’esercito romano.

[Leggi anche I Goti di Teodosio. Il “sepolcreto delle milizie” di Concordia Sagittaria.]

Il libro si chiude con il 410 e il sacco di Roma di Alarico.

La descrizione che il prof. Barbero ci dà del “re dei Goti” è davvero esemplificativa di molte delle chiavi di lettura del libro e della complessità reale del V secolo:

“Era un uomo che di identità ne aveva almeno due: era Alarico, il capo guerriero a cui tanti Goti avevano giurato fedeltà secondo i rituali dei loro antenati, ed era Flavio Alarico, il generale romano, magister militum, e queste identità non erano una vera e una falsa, erano vere tutt’e due.”

Mi permetto però di chiudere con una piccola critica.

Nel libro viene ripresa la posizione secondo cui l’Oriente avrebbe volutamente e scientemente deviato molte invasioni e incursioni barbariche verso Occidente.

Ciò però non corrisponde al vero (l’Oriente aiutò innumerevoli volte l’Occidente) e anzi: nel caso specifico dei Goti e di Alarico, è piuttosto Stilicone, padrone e guardiano dell’Occidente (o almeno dell’Italia), a servirsi o a minacciare di farlo, più di una volta, i Goti contro la corte orientale – anche se è indubbio che sia la corte di Ravenna che quella di Costantinopoli cercano più volte di rimbalzare il problema dei Goti e la loro minaccia l’una contro l’altra.

L’Oriente, in questo, non ha particolari “colpe” in più dell’Occidente.

Questo aspetto niente affatto secondario meriterebbe senz’altro una trattazione più approfondita.

[Leggi anche L’Occidente abbandonato? Falsi miti sull’Impero Romano d’Oriente]

Al netto di questo particolare, “9 agosto 378” è senza alcun dubbio tra i migliori libri per comprendere appieno l’impero romano prima e dopo il 378, la vicenda dei Goti e, soprattutto, lo svolgimento e la portata storica di una delle battaglie più importanti di sempre.

Il libro del prof. Barbero è un volume che deve assolutamente avere un posto nella vostra libreria.

Acquista ora la tua copia di
“9 agosto 378. Il giorno dei barbari”


One thought on “Recensione: “9 agosto 378. Il giorno dei barbari”, di Alessandro Barbero

Leave a Reply