Titolo: “Costantino il Vincitore”
Autore: Alessandro Barbero
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: Salerno Editrice
Nel 2007 un noto studioso di Costantino, Raymond Van Dam, pubblicò per la Cambridge University Press un libro dal titolo The Roman Revolution of Costantine. In apertura al testo, l’autore affermava che: “Costantino è uno dei meglio documentati fra gli imperatori romani, ed è abbastanza semplice raccontare la storia politica della sua vita e del suo regno”.
Ma questa sua affermazione venne presto smentita da un altro illustre studioso, Timothy Barnes, il quale sostiene che le fonti a disposizione su Costantino sono piene di buchi e che è alquanto un arduo compito tracciare la storia politica del suo regno.
Questo aneddoto, oltre a dimostrare che gli studiosi di Costantino sono gente bellicosa, è rivelatore dei profondi disaccordi che li dividono: da una parte si delinea la figura del Costantino della battaglia di ponte Milvio e fervente cristiano, che partecipava attivamente alla vita della Chiesa, intervenendo persino nel dibattito teologico; dall’altra egli appare come un usurpatore che divenne l’unico imperatore sconfiggendo e uccidendo i suo tre colleghi.
Dopodiché, fece uccidere il figlio maggiore Crispo e la seconda moglie Fausta. Subito dopo la sua morte, i figli uccideranno in un bagno di sangue quasi tutti i fratelli e i nipoti di Costantino, per poi ammazzarsi fra loro, finché non ne rimarrà solo uno.
Costantino insomma appare come un personaggio enigmatico, e le fonti che dovrebbero permetterci di capire chi era veramente sono relativamente abbondanti, ma parziali, deformate, e lacunose.
A parlare della figura dell’imperatore sono adulatori e ideologi o autori tardi e carichi di pregiudizi. La storiografia discute da sempre quanto di questi resoconti sia pure invenzione, o quanto gli autori omettano, selezionano, stravolgano.
Anche lo stesso sovrano ha lasciato molto testimonianze dirette, ma mentre le sue lettere e i discorsi attestano una fervente fede cristiana; i prodotti del suo operato comunicativo e di propaganda trasmettono messaggi ben diversi e di difficile interpretazione.
Nel 2013, in occasione del centenario, gli studi su Costantino sono cresciuti in modo esponenziale.
Lo scopo di questo corposo volume redatto dall’ormai celebre professor Alessandro Barbero si pone l’obiettivo di mettere ordine tra le fonti che parlano dell’imperatore, e di tracciare un quadro il più verosimile possibile della sua vita.
Lo studioso afferma infatti: “L’unico modo per tentare di conoscere Costantino consiste nel presentare separatamente le tante fonti che ci parlano di lui: i panegirici recitati in suo onore, le opere storiche scritte all’indomani della battaglia di Ponte Milvio […], le poesia encomiastiche […], le testimonianze materiali della propaganda costantiniana, le monete coniate dalle zecche imperiali, le iscrizioni affisse a cura dell’amministrazione, l’arco eretto dal Senato, i resti delle cosiddette basiliche costantiniane; l’enorme corpus delle leggi promulgate durante il suo regno, che merita un’attenzione molto maggiore di quella che gli riservano di solito le biografie dell’imperatore; le lettere e gli editti di Costantino relativi alla vita della Chiesa e alle sue controversie interne, […], e ancora, le orazioni e i manuali di storia composti fino a qualche decennio dopo la morte di Costantino, prima che elementi leggendari si mescolassero inestricabilmente al ricordo dei contemporanei. Da ognuna di queste fonti esce un Costantino diverso, e talvolta più d’uno, tentare di conciliarli a tutti i costi non ha alcun senso. Bisogna invece presentare ogni fonte nel modo più ampio, parafrasando da cima a fondo quelle a carattere narrativo, per evitare che uno stralcio decontestualizzato si presti a una ricostruzione implausibile, e segnalando tutte le incertezze interpretative e i dibattiti storiografici che ogni fonte ha sollevato”.
Nel corso della lettura di questo testo, i dibattiti storiografici sono trattati in appositi approfondimenti. E, almeno a mio parere, sono la parte più accattivante di tutta la narrazione e l’analisi delle fonti. Il libro dunque, attraverso la presentazione sistematica e critica di tutte le fonti e i documenti a disposizione, non delinea la figura di Costantino, ma offre al lettore tutti gli elementi per giudicare lui stesso.
Ma perché il titolo del volume è Costantino il Vincitore? E non per esempio Costantino il Grande come siamo solitamente abituati a sentirlo nominare? L’appellativo vincitore è quello che Costantino stesso scelse per sé dopo essersi sbarazzato dell’ultimo rivale, e dal 324 questo divenne parte dei suoi titoli ufficiali, e del nome con cui si firmava.
Lettura consigliata a tutti coloro che hanno voglia di scoprire e indagare la figura di un imperatore meno ovvio di quanti si pensi e contradditorio, del quale, nonostante l’abbondanza di fonti, non conosceremo forse mai bene abbastanza.
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