Quando alla fine del XIII secolo il sultanato selgiuchide inizia a sfaldarsi, il suo territorio si divide in vari potentati, detti “beilicati”, retti da 𝘣𝘦𝘺 (da cui il nome), in conflitto tra loro.
Tra questi, alle frontiere dell’impero vi è il piccolo beilicato di Osman, 𝘣𝘦𝘺 a partire dal 1280. Si sa poco o nulla di certo, precedentemente a questa data, della vita di colui che darà il nome all’impero ottomano.
Il dominio di Osman è piccolo, ma è situato in una posizione strategica, ai confini orientali dell’impero (in quel periodo, estremamente vicini alle coste occidentali dell’Anatolia), vicino alle importanti città di Nicea e Nicomedia e passaggio obbligato tra Costantinopoli e Konya. Inoltre, Osman si rivela da subito un abile politico così come un valido comandante.
Secondo la tradizione guidato da un sogno, che gli ha mostrato il futuro impero, Osman inizia una prima serie di attacchi a danno proprio dei Romani (bersaglio più facile degli altri beilicati), sia con saccheggi che con la conquista di alcune roccaforti.
Negli dalla sua ascesa al 1301, Osman si espande soprattutto a danno dei 𝘵𝘦𝘧𝘬𝘶𝘳 (termine ottomano per indicare i governatori imperiali) della Bitinia, attraverso una serie di scontro più o meno grandi nei quali, nonostante qualche sconfitta in alcune scaramucce, ha usualmente la meglio.
Proprio nel 1301, nel tentativo di rafforzare la sua posizione, Osman richiede ai 𝘵𝘦𝘧𝘬𝘶𝘳 rimasti di scegliere tra la sottomissione (con la conversione all’Islam o il pagamento della 𝘫𝘪𝘻𝘺𝘢𝘩) e la guerra. La risposta dei governatori non è unificata, il che porta ad altri raid di Osman in territorio imperiale contro Bursa, Nicea e Nicomedia.
Questa in particolare è minacciata dalla carestia, poiché i raid di Osman impediscono ai raccolti e ad altre vettovaglie di raggiungere la città.
Ciò provoca l’unione delle forze tra i 𝘵𝘦𝘧𝘬𝘶𝘳 rimasti fedele all’impero e, soprattutto, induce l’imperatore Michele IX a lanciare una campagna in territorio anatolico, fino a Magnesia.
Osman non affronta l’imperatore in campo aperto, anche per via delle dimensioni dell’esercito imperiale. Michele IX vorrebbe fronteggiare Osman, ma i suoi generali gli consigliano di non attuare una mossa così rischiosa.
Questo tuttavia porta solamente Osman, incoraggiato, a proseguire i suoi raid, riuscendo di fatto a isolare Michele IX a Magnesia, dalla quale è costretto infine a ritirarsi.

La minaccia a Nicomedia è tuttavia un problema che va risolto al più presto.
Il co-imperatore e padre di Michele IX, Andronico II, decide quindi di inviare una forza in soccorso alla città, anche se solo di 2000 uomini (milizie locali, mercenari e truppe alane), al comando del 𝘮𝘦𝘨𝘢𝘴 𝘩𝘦𝘵𝘢𝘪𝘳𝘦𝘪𝘢𝘳𝘤𝘩𝘦𝘴 Giorgio Mouzalon.
Osman, dal canto suo, ha probabilmente più uomini, anche se la nostra fonte principale, Giorgio Pachimere, ci parla solo di una forza molto numerosa, e decisamente più grande di quella imperiale. Oggi si stima sia di circa 5000 uomini.
Giorgio Mouzalon conta sul riuscire a cogliere gli ottomani di sorpresa, ma Osman è bene informato delle mosse del suo avversario.
Per cui, decide di lanciare un attacco a sorpresa con una piccola avanguardia all’accampamento imperiale, mentre i soldati di Mouzalon stanno dormendo.
L’avanguardia ottomana si ritira, attirando i soldati di Mouzalon all’inseguimento…ma si tratta di una trappola.
Una volta raggiunta una zona più sicura, Osman esce di persona allo scoperto e i suoi circondano le forze inferiori di numero di Mouzalon, iniziando a bersagliarle con i suoi arcieri a cavallo.
L’esercito di Mouzalon prova a reagire, anche incoraggiato dal fatto di star combattendo in territorio imperiale per difenderlo, ma alla fine le forze superiori di Osman sopraffanno l’avversario.
Vista la malaparata, Mouzalon cerca una via di uscita. La sua forza più a rischio è la fanteria, ma per difenderla e permetterle di ritirarsi, sono i cavalieri alani a lanciarsi all’attacco, sacrificandosi in gran numero per proteggere la ritirata – non verso Nicomedia, ma verso Costantinopoli.
La battaglia del Bafeo, che eleva Osman a un 𝘣𝘦𝘺 di tutto rispetto nei confronti degli altri suoi pari turchi, segna effettivamente l’ingresso nella Storia romana dell’ultimo e più fatale nemico dell’impero.
Un secolo e mezzo dopo la battaglia di Bafeo, gli ottomani hanno edificato un impero e avranno conquistato Costantinopoli.
Lettura consigliata
M.C. Bartusis 1997, The Late Byzantine Army. Arms and Society
S. Kyriakidis 2011, Warfare in Late Byzantium 1204-1453

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