27 agosto 410.
Il sacco di Roma da parte dei Goti di Alarico, durato tre giorni, si è appena consumato.
Per i Romani dell’epoca paragonabile a quello che per noi è stato l’11 settembre, il primo sacco della città da parte di truppe non romane (anche se di questo, nelle sue sottigliezze, si potrebbe discutere a lungo) in ottocento anni, e il primo di tre sacchi di Roma nel solo V secolo.
[Leggi anche AD 472: il sacco di Roma]
Non discuteremo qui dei motivi che portano infine alla decisione fatale di Alarico, non dettate certo dalla sete di saccheggio o dalla “barbarie” dei Goti (concetto desueto e fuori luogo, ma che viene spesso ancora ripetuto), quanto dall’esasperazione e dalle continue mancate promesse dei Romani nei loro confronti – oltre che dall’ambizione personale di Alarico, più volte frustrata.
Basti sapere che il sacco di Roma taglierà in modo definitivo il legame dell’impero con Alarico (ma non con i Goti), che non è mai riuscito a far insediare e far integrare i suoi Goti nel mondo romano, né a diventare uno dei protagonisti veri della politica imperiale.

Dopo un lungo giro che lo ha portato dall’Illirico alla Grecia, fino poi all’Italia, Alarico infine pensa a una destinazione assolutamente inedita, che però mostra chiaramente come, forse, voglia tentare ancora un’ultima carta.
Alarico decide infatti di portare i suoi uomini a sud, imbarcarli in Calabria e poi partire per l’Africa – o, se le cose andassero male, forse per la più vicina Sicilia.
Scommetto che il piano suona ,a molti di voi, familiare.
Infatti, ventinove anni dopo, saranno i Vandali di Genserico a imbarcarsi, dalla Spagna, per prendere possesso dell’Africa romana.
Tuttavia, è possibile che vi sia una grossa e sostanziale differenza.
Se infatti Genserico punta fin da subito a creare un regno indipendente, Alarico non è detto che abbia lo stesso desiderio del futuro re vandalo.

Come detto, il sacco di Roma ha troncato ogni legame tra Alarico e l’impero. Ma come accennato, è stato il tentativo disperato (e fallimentare) del comandante goto di ottenere ciò che voleva.
L’Africa era invece diventata da tempo il granaio dell’impero, specie per l’Occidente (un ruolo che di solito continuiamo ad attribuire all’Egitto), e il suo controllo permetterebbe forse finalmente ad Alarico di poter esercitare una leva potente nei confronti di Onorio.
Impossibile stabilire quali sarebbero state le conseguenze sul lungo periodo se i Goti di Alarico avessero davvero attraversato il Mediterraneo e fossero giunti in Africa, magari occupandola vittoriosamente.
Quasi certamente non avremmo assistito a una situazione come quella vandalica, quanto forse a tentativi più efficaci dei Goti per inserirsi finalmente nel grande gioco del potere imperiale – specie i capi, come il successore di Alarico, Ataulfo, dei cui grandi piani parleremo in futuro.
Parte del mondo romano o entità man mano indipendente, forse avremmo assistito alla nascita di un regno goto d’Africa, al posto del cosiddetto regno di Tolosa a cavallo tra Gallia e Spagna – con tutto uno spostamento di interessi e giochi politici difficilmente immaginabile.
Tutto questo, tuttavia, è destinato ovviamente a rimanere uno dei grandi bivi inesplorati della Storia.
La flotta raccolta Alarico per la traversata, infatti, viene distrutta da una tempesta.

Alarico morirà poco dopo, forse di malaria, e la leadership dei Goti sarà raccolta da Ataulfo, che condurrà i Goti alla loro ultima tappa, in Gallia, dopo trent’anni di spostamenti.
Ma questa è un’altra storia. O meglio, la Storia.
Bibliografia essenziale
M. Cappelli 2022, 𝘐𝘭 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳 𝘯𝘦𝘮𝘪𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘙𝘰𝘮𝘢
P. Heather 2010, 𝘓𝘢 𝘤𝘢𝘥𝘶𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘮𝘱𝘦𝘳𝘰 𝘳𝘰𝘮𝘢𝘯𝘰. 𝘜𝘯𝘢 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢

Sono felice di aver scoperto questo blog, amo la storia romana ma la conosco poco , perchè piena di nomi , date, luoghi difficili da tenere a mente. Ora però grazie a questi post potrò scorrazzare nell’Impero Romano per scoprire tutto quello che non sono riuscita a memorizzare. 💕😊😊
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Grazie mille!
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