La città di Adrianopoli, in Tracia (nell’odierna Turchia europea), è famosa soprattutto per la battaglia del 378 tra Romani e Goti.
Come abbiamo avuto modo di vedere in passato sul sito, tuttavia, Adrianopoli è una città e uno snodo talmente importante, anche per la sua vicinanza a Costantinopoli, da renderla un luogo molto conteso nel corso dei secoli.
Nel suo territorio e sotto le sue mura sono state infatti combattute decine di battaglie.
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Una di queste, forse una delle più importanti, è l’assedio del 1365 da parte delle truppe ottomane.

Una necessaria premessa: userò il 1365 come data convenzionale e di comodo, poiché in realtà la vera data dell’assedio non è certa – le ipotesi degli storici variano dal 1363 al 1369 (quando non addirittura il 1371). Una tale variabilità ha fatto addirittura supporre ad alcuni studiosi che Adrianopoli sia passata di mano diverse volte, proprio nel corso di quegli anni.
Alla metà del XIV secolo, Adrianopoli è la terza città più importante dell’impero, dopo Costantinopoli e Tessalonica.
Non stupisce quindi che gli Ottomani, che da poco hanno iniziato a far affluire truppe dall’Anatolia alla Tracia, decidano che la città sia un obiettivo troppo importante per non tentare di conquistarlo.
L’ascesa ottomana, dalla nascita del beilicato alla fine del XIII, è stata rapidissima, sin dalla prima, vittoriosa battaglia contro i Romani nel 1302, al Bafeo.
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Uno dei veri punti di svolta è però la caduta di Gallipoli del 1354 – e a Gallipoli, una quarantina di anni prima, i Turchi erano stati sconfitti grazie all’aiuto dei Serbi di Novak Grebostrek (si trattava, tuttavia, di un contingente turco isolato).
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Nel 1354, i Turchi avevano ormai già sottomesso tutto quanto restava dell’impero romano in Anatolia, se escludiamo i domini di Trebisonda.
Gallipoli, città chiave per l’attraversamento dello Stretto dei Dardanelli, cade in mano turca per la combinazione della poca lungimiranza dei governanti e per un evento naturale totalmente imprevisto.
Giovanni Cantacuzeno, a seguito dei servigi turchi nella guerra civile di quegli anni (ne parleremo in futuro), offre alle truppe ottomane in Europa una fortezza vicino a Gallipoli. Quando quest’ultima viene quasi rasa al suolo e abbandonata a seguito di un terremoto, gli Ottomani la occupano e rapidamente rimettono in piedi le fortificazioni, facendo così della città una vera testa di ponte per la conquista della Tracia.
Pochi anni dopo, il sultano Murad I è pronto a lanciare la campagna per la conquista della Tracia e di Adrianopoli, affidandola a Lala Shahin Pasha, il primo 𝘉𝘦𝘺𝘭𝘦𝘳𝘣𝘦𝘺 di Rumelia.
Tra 1360 e 1361, Lala Shahin Pasha conquista la piazzaforte di Demotica (odierna Didymoteicho) e la città di Filippopoli, avvicinandosi sempre di più ad Adrianopoli.
Della successiva campagna e della conquista di Adrianopoli in sé, purtroppo, sappiamo pochissimo in realtà – le fonti imperiali a disposizione, stranamente, tacciono quasi tutte sull’evento.

Dalle fonti turche, si può ricostruire che l’esercito ottomano, in un anno imprecisato, come accennato, tra 1363 e 1369, avanza su Adrianopoli e sconfigge in battaglia un esercito imperiale a sud-est della città.
Dopo questa sconfitta, che lascia Adrianopoli indifesa, la città capitola e gli Ottomani vi entrano, occupandola e conquistandola, probabilmente nel mese di luglio.
A 1240 anni dalla sua nascita (la città era stata fondata, su un altro insediamento, da Adriano, nel 125), dopo essere stata persa e riconquistata più volte dall’impero romano in epoca medievale, Adrianopoli passa in modo definitivo in mani ottomane – e fa parte della Turchia ancora oggi, col nome di Edirne, adottato nel 1928.
L’antica città di Adrianopoli sarà eletta, circa un decennio dopo la sua conquista, come nuova capitale dei sultani ottomani e rimarrà tale per circa ottant’anni, fino a quando, nel 1453, questi non conquisteranno infine Costantinopoli.
Bibliografia essenziale
M.C.Bartusis 1992, The Late Byzantine Army. Arms and Society, 1204-1453
S. Kyriakidis 2011, Warfare in Late Byzantium 1204-1453
E. Zachariadou 1970, The Conquest of Adrianople by the Turks, in “Studii Veneziani”, 12, pp. 211–217.

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