Nel nostro immaginario, il simbolo più immediatamente riconoscibile del centurione romano è la famosa cresta trasversale (𝘤𝘳𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘯𝘴𝘷𝘦𝘳𝘴𝘢), un simbolo oggi iconico e, a modo suo, immortale.
Tuttavia, nell’esercito romano non è sempre stato così. E anzi, a guardare le fonti, emerge come la situazione fosse decisamente più complicata dell’immagine semplificata che abbiamo in mente.

Che la cresta trasversale sia stata per un certo periodo il “marchio” più distintivo del centurione non c’era dubbio nemmeno per i Romani.
Vegezio (II, 16), che scrive nel V secolo ma si riferisce ai secoli passati, riferisce per esempio che i centurioni di età classica portavano sugli elmi creste “trasversali e argentee” (transversae et argentatae cristae), per essere più facilmente riconoscibili sul campo di battaglia.
Il riferimento all’argento deve essere posto probabilmente alla base della cresta, considerato che la parte principale del pezzo era in materiale organico – penne o crine.
Ma da quando, e per quanto tempo, la cresta trasversale è davvero il simbolo del centurione?
La cresta trasversale ha un’origine molto antica, e la si trova utilizzata, a livello iconografico, tanto nel mondo greco, che in quello etrusco che italico almeno a partire dal VI sec. a.C.
Tuttavia, nell’ambito dell’Italia antica, le figure che indossano elmi con cresta trasversale, che tra l’altro spesso non sono nemmeno figure relative al mondo romano (si pensi alle figure rappresentate sulle urne etrusche fino almeno al II sec. a.C.), non si possono identificare sicuramente come centurioni – piuttosto, in molti casi, si tratta di divinità o di figure eroiche.
Per una prima testimonianza più o meno chiara di una figura che probabilmente è un centurione e che reca sul capo una cresta trasversa, dobbiamo affidarci a un bronzetto di provenienza sconosciuta, rinvenuto nel 1925 e oggi al Museo Nazionale delle Terme (Roma).

Il bronzetto, databile tra il IV e il II sec. a.C., presenta una cresta trasversa, forse in crine, e nella mano sinistra recherebbe i resti di quello che originariamente doveva essere stato il 𝘷𝘪𝘵𝘪𝘴 – la verga, simbolo del centurione di periodo classico, realizzata da un tralcio di vite.
Ergo, anche se sappiamo che la cresta trasversale era utilizzata già in precedenza, possiamo dire che i centurioni romani la indossassero con una certa sicurezza solo a partire dal periodo medio repubblicano (questo, naturalmente, non esclude che fosse usata da queste figure già prima).
In seguito, troviamo che la situazione relativa alle creste dei centurioni sembra essere piuttosto variegata.
Infatti, non solo in età tardo repubblicana e augustea abbiamo attestazione non tanto di creste, quanto di cimieri probabilmente in crine, bipartiti, che ricadono sui lati dell’elmo, ma da una stele di un non identificato centurione da Este troviamo la raffigurazione del suo elmo…che ha una cresta in penne chiaramente longitudinale.
L’elmo è rappresentato di profilo, per cui non vi sono dubbi in merito. In più, questo dettaglio ritorna anche nel fregio del Mausoleo dei Giulii a Glanum (oggi presso Saint-Rémy-de-Provence).

Nel I sec. d.C., si stabilizza infine l’uso della cresta trasversale, come rappresentata su numerose steli di centurioni di questo periodo.
La cresta, per come è raffigurata nella maggioranza di queste steli, è chiaramente realizzata in penne.
Anche se nella nostra testa tendiamo abbastanza naturalmente ad accorpare I e II sec. d.C. in un unico calderone, in realtà si assiste, come naturale, a continui cambiamenti nell’armamento romano.
Uno di questi cambiamenti riguarda proprio le creste trasversali dei centurioni.
Dal II sec. d.C., infatti, sembrano totalmente scomparse dall’apparato iconografico – basti guardare a due dei più famosi monumenti del periodo, raffiguranti militari: la Colonna Traiana e il 𝘛𝘳𝘰𝘱𝘢𝘦𝘶𝘮 𝘛𝘳𝘢𝘪𝘢𝘯𝘪 di Adamclisi. Non troverete traccia di creste trasverse.
La figura del centurione chiaramente sopravvive ancora per diversi secoli, fino almeno alla tarda antichità, ma non altrettanto la cresta trasversale, che al contrario sparisce piuttosto presto, seppur dopo un periodo di utilizzo durato qualche secolo.
Insomma, nonostante l’icona del nostro immaginario, dobbiamo figurarci i centurioni delle guerre daciche già privi dell’iconica cresta trasversa. Un cambiamento dal quale non si tornerà più indietro, se si esclude una statua del III sec. d.C. sempre proveniente dal 𝘛𝘳𝘰𝘱𝘢𝘦𝘶𝘮: la piastra pettorale della corazza rappresenta una testa di Marte con un cimiero bipartito sui lati dell’elmo.
Questo però non associa automaticamente tale cimiero a un centurione.

Come molti pezzi che noi troviamo così iconici del legionario romano stereotipato del primo periodo imperiale, anche la cresta trasversale come simbolo per antonomasia del centurione ha avuto, insomma, un utilizzo più limitato nel tempo di quanto non siamo abituati a pensare.
[Leggi anche Decorazioni militari: le phalerae]
[Leggi anche Marco Celio, centurione morto a Teutoburgo (9 d.C.). Una (possibile) storia.]
Bibliografia
Fonti
Vegezio, Epitoma rei militaris
Studi
R. D’Amato 2011, Roman Centurions 753–31 BC: The Kingdom and the Age of Consuls
R. D’Amato 2012, Roman Centurions 31 BC–AD 500: The Classical and Late Empire
R. D’Amato, A. Negin 2017, Decorated Roman Armour: From the Age of the Kings to the Death of Justinian the Great

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