Dopo essersi proclamato augusto agli inizi del 350, usurpando il trono e uccidendo Costante I, Magnenzio deve affrontare le conseguenze del suo gesto.
Nel 351, Magnenzio è stato affrontato in battaglia da Costanzo II, fratello di Costante e ultimo figlio di Costantino ancora in vita.
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Lo scontro che ne segue (del quale abbiamo parlato in un precedente articolo) ha luogo presso Mursa, oggi in Croazia.
Con 50.000 morti in totale, la battaglia di Mursa è oggi ricordata come il più sanguinoso scontro tra due eserciti romani durante una guerra civile.
[Leggi anche La battaglia di Mursa (351). Il più sanguinoso scontro tra eserciti romani.]
Dopo la disfatta, Magnenzio si ritira verso l’Italia – dapprima ad Aquileia.
Tuttavia, è ben presto chiaro all’usurpatore che la situazione è sfuggita di mano. A Roma infatti Magnenzio ha completamente perso il supporto dei suoi sudditi.
Zosimo riporta infatti che gli abitanti dell’Urbe hanno deciso di supportare Costanzo – che sia per odio verso Magnenzio o perché è giunta notizia della disfatta di Mursa, non è chiaro.
Nel frattempo, Costanzo II, che intanto ha riorganizzato le forze e occupato gli insediamenti che erano stati presi da Magnenzio, nel 352 avanza finalmente sull’Italia.
Magnenzio, alla notizia dell’avvicinamento di Costanzo, decide che non è il caso di tentare di difendere la penisola – anche perché le sue forze in Italia meridionale sono tagliate fuori dall’esercito che Costanzo II fa sbarcare alla foce del Po. Tra 352 e 353 decide di proseguire nella sua marcia verso occidente.
Dopo aver sconfitto un’avanguardia delle forze avversarie presso Pavia, Magnenzio attraversa le Alpi e torna nella natìa Gallia, da dove tutto era cominciato, ormai tre anni prima. Da lì, spera di radunare le forze per affrontare di nuovo Costanzo II.
Nessun rinforzo, tuttavia, raggiungerà mai Magnenzio.
Costanzo II ha infatti costretto Decenzio, probabilmente fratello di Magnenzio, a deviare verso il Reno: Costanzo ha infatti istigato gli Alamanni da oltre confine ad attaccare i suoi nemici in Gallia, per tenerli impegnati.
Inoltre, Costanzo II usa nuovamente la sua flotta e fa sbarcare una forza presso i Pirenei.
Infine, si giunge alla resa dei conti tra le forze di Magnenzio e quelle di Costanzo II, nel 353, alla battaglia di Mons Seleucus, oggi probabilmente La Bâtie-Montsaléon, nella Francia sud-orientale.
Purtroppo, al contrario dello svolgimento della battaglia di Mursa e di tutto il resto della guerra, di questa importante battaglia non conosciamo praticamente nulla, se non la sua esistenza.
Sappiamo solamente che, a Mons Seleucus, Magnenzio ha nuovamente la peggio contro le forze di Costanzo II.
L’usurpatore fugge a Lugdunum, dove si ritrova completamente isolato.
La sua fine è ottimamente sintetizzata da Zosimo: “In queste circostanze, preferì una morte volontaria a una vita disonorevole, e scelse di morire di sua mano piuttosto che per quella dei nemici.”
Morto Magnenzio, Costanzo II ha finalmente vendicato il fratello Costante e sarà il 𝘥𝘰𝘮𝘪𝘯𝘶𝘴 (quasi) indiscusso dell’impero romano fino al 361.
Fonti principali
AA. VV., Panegirici Latini
Zosimo, Storia nuova
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