Anche se ancora fatichiamo ad associarle al Medioevo, le prime armi da fuoco (in particolare piccoli pezzi di artiglieria, e dal XIV secolo le prime armi portatili) fanno la loro comparsa, dopo la loro invenzione in Cina, quasi contemporaneamente in Europa e nel mondo islamico già nella seconda metà del XIII secolo.
Solo dalla fine del XIV secolo le armi da fuoco iniziano propriamente a essere usate per il loro potenziale distruttivo, e si inizia a comprendere il loro enorme potenziale nella guerra d’assedio – anche se a lungo resteranno affiancate ad armi poliorcetiche tradizionali, come i trabucchi.

Già nella seconda metà del XIV secolo, in Europa la conoscenza e l’uso delle armi da fuoco evolve molto velocemente, e gli Ottomani, anche se si hanno prove dell’uso di cannoni e bombarde solo molto tardive (il primo uso sicuro attestato, è del 1422), nel XV secolo sono una delle potenze maggiormente all’avanguardia e meglio equipaggiate in questo campo – ne è una prova tangibile l’assedio di Costantinopoli del 1453.
I Romani invece, contrariamente alla loro innata e millenaria tradizione di copiare dai loro vicini e nemici, acquisiscono solo marginalmente e in modo tardivo questo tipo di armi.
Le prime armi attestate nell’impero o utilizzate dai suoi vicini – come i Latini di Grecia -, sono le bombarde (𝘭𝘰𝘶𝘮𝘣𝘢𝘳𝘥𝘦𝘴 e 𝘷𝘰𝘶𝘮𝘣𝘢𝘳𝘥𝘦𝘴 nei testi in lingua greca).
Nel 1392, sappiamo che i Genovesi di Galata acquistano ben sessanta bombarde, probabilmente usandole in modo inefficace contro gli Ottomani che assediano Costantinopoli tra 1396 e 1402 – e gli Ottomani stessi, in questo caso, ancora non sembrano usare armi di questo tipo.
Nella “Cronaca dei Tocco”, sono utilizzate dai Conti di Cefalonia già come arma per abbattere fortificazioni in eventi del 1402-1403.
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Entro il 1422, sia i Romani che gli Ottomani sono finalmente in possesso di artiglieria.
Gli eserciti di entrambi gli imperi la utilizzano infatti durante l’assedio di Costantinopoli del 1422.
Da una parte, sappiamo che le palle dei cannoni ottomani non riescono ad abbattere le mura tra la Porta Aurea e la Porta di Romano. Dall’altra, gli assedianti costruiscono barricate per difendersi da archi, balestre e “pietre dalle bombarde”.
Un’altra attestazione di armi da fuoco, in particolare cannoni (𝘵𝘦𝘭𝘦𝘷𝘰𝘭𝘢) è da riferirsi a un episodio di scontro tra i Romani e i Genovesi di Pera nel 1434.

Nonostante infine abbiano acquisito l’artiglieria e le armi da fuoco, i Romani, negli ultimi decenni di impero, le useranno solamente per scopi difensivi, e senza capirne appieno il potenziale – come del resto, in realtà, buona parte del mondo militare europeo.
Alla difesa di Costantinopoli del 1453, i difensori della Città hanno alcuni cannoni, ma li usano in modo decisamente inadeguato e senza comprendere come usarli al meglio, come dimostrano per esempio le diatribe tra Giustiniani Longo, che chiede di usare i cannoni cittadini nella sua sezione di mura, e Lukas Notaras, che si rifiuta di darglieli.
Il cannone più grande a disposizione dei difensori a un certo punto esplode, portando il povero artigliere a venire accusato di essere stato corrotto dal nemico.
Tra i difensori di Costantinopoli si possono poi contare anche alcuni schioppettieri, dotati di armi portatili, presumibilmente manesche – costituite da una semplice e corta canna montata in cima a un’asta.

Nonostante le loro mancanze in questo campo – forse anche causate dai loro problemi economici -, i Romani non sono tuttavia del tutto ignari almeno dei danni che possono causare le nuove artiglierie.
Infatti, indagini recenti sui restauri delle mura teodosiane di Costantinopoli, eseguiti nel periodo paleologo, mostrano che le torri vengono riedificati più alte e più resistenti, proprio per contrastare meglio colpi di trabucco e di armi da fuoco.
Un’accortezza che però non riesce a mettere al passo con i tempi le millenarie fortificazioni di Costantinopoli.
Infatti, non solo i cannoni di Maometto II fanno danni ingenti, ma lo storico Calcocondila riferisce che anche le artiglierie stesse dei Romani, con le vibrazioni causate dagli spari, danneggiano le antiche mura tardo antiche e medievali.
Bibliografia
M.C. Bartusis 1997, The Late Byzantine Army. Arms and Society
S. Kyriakidis 2011, Warfare in Late Byzantium 1204-1453
Philippides M., Hanak W. K. 2017, The Siege and Fall of Constantinople in 1453: Historiography, Topography, and Military Studies
