“Aveva quarantacinque cicatrici sulla parte frontale del corpo, nessuna alla schiena.”
[Plinio il Vecchio, VII, 101]
Questo l’identikit sommario di uno dei più valorosi legionari romani di tutti i tempi, almeno per come ci viene raccontato dalle fonti posteriori: Lucio Siccio Dentato.
Vissuto nella prima metà del V sec. a.C., Lucio Siccio Dentato è un soldato di origine plebea che ben presto si distingue per la sua prodezza guerriera.
Non conosciamo i dettagli precisi delle sue gesta, ma le fonti antiche che ce ne parlano (es. Aulo Gellio, Tito Livio, Plinio, Dionigi di Alicarnasso) ci forniscono almeno un elenco sommario delle sue imprese.

Certamente, come sempre quando si parla di questo periodo storico, bisogna prendere i resoconti con una certa cautela, poiché non è improbabile che, al pari di un Orazio Coclite, la figura di Dentato sia magari basata su un omonimo storico salito quasi al rango di mito, e senz’altro di exemplum di virtù per i cittadini e soldati romani.
Molte delle onorificenze indicate dalle fonti possono essere del resto anacronistiche, rispetto al periodo storico nel quale Dentato è vissuto, motivo in più per esercitare cautela.
[Leggi anche Orazio Coclite. Un Romano contro l’esercito etrusco]
Secondo Aulo Gellio, Siccio Dentato partecipata nel corso della sua vita a ben 120 combattimenti. Da 36 di questi torna con le spoglie nemiche, e di questi 36 a loro volta 8 sono duelli combattuti alla presenza dell’esercito romano e quello avversario.
Oltre a questo, Siccio Dentato può anche contare il salvataggio di quattordici commilitoni da morte sicura e la partecipazione a nove trionfi al seguito del proprio comandante.
Non c’è da stupirsi se Lucio Siccio Dentato è anche conosciuto come “l’Achille romano” già nelle fonti latine.
A queste imprese si accompagnano, oltre all’avanzamento di grado (Dentato viene fatto prima centurione, e poi primipilo) numerose decorazioni, ricevute proprio come premio per il valore Dentato.
Una nota sulla nomina, forse anacronistica, a primipilo: Abbiamo almeno un appiglio con la realtà storica della legione di tipo serviano, se accettassimo “primipilo” inteso come il centurione a capo del pilus, il primo manipolo di triari (del resto proprio da qui origine il nome); anche se la riforma manipolare e la famosa divisione dell’esercito in questo senso è ancora di là da venire, i triarii dovrebbero essere già presenti come tipo di unità.
L’elenco delle decorazioni fornito da Aulo Gellio è a dir poco incredibile: otto corone d’oro, quattordici corone civiche (di foglie di quercia), una corona ossidionale (d’erba), tre corone murali, ottantatré torques, più di centosessanta armille, diciotto aste e venticinque falere.
Un numero tale di decorazioni degno di un’intera legione, figuriamoci per un solo soldato!
Se la sua vita è stata costellata di imprese valorose e onori, non si può dire lo stesso per la sua fine, avvenuta per motivi politici.
Siccio Dentato, come accennato, è di origine plebea, e da buon cittadino romano bada anche all’aspetto politico della sua città. Eletto tribuno della plebe nel 454 a.C., nel 450 a.C., mentre è impegnato in una campagna militare, si batte per il ripristino dei diritti dei plebei, sospesi dal governo dei decemviri, arringando abilmente i soldati.
Secondo Tito Livio, vengono così assoldati dei sicari, mischiati con gli altri soldati, che lo attirano in una trappola – è inviato con loro in perlustrazione.
Una volta raggiunto un luogo ideale, gli assassini attaccano Dentato, che si difende in modo valoroso e ne uccide diversi, prima di cadere.
Nelle parole di Tito Livio, “diversi degli assassini caddero intorno a lui mentre si difendeva, con un coraggio uguale alla sua forza, che era eccezionale.”
I sicari sopravvissuti raccontano ai commilitoni che Siccio Dentato è stato ucciso in un agguato nemico, ma quando i soldati giungono sul posto per recuperare il corpo dell’Achille romano, mangiano la foglia (non vi è traccia del nemico, né che si sia ritirato) e montano su tutte le furie.

Pieni di indignazione e sospetto contro i decemviri, i soldati decidono di portare Siccio Dentato a Roma, perché il suo corpo sia trattato con tutti gli onori.
I decemviri cercano di giocare d’anticipo e garantiscono a Dentato grandi, per quanto frettolosi, funerali di Stato, degni di un eroe.
Ciò però non distoglie i sospetti e la rabbia nei loro confronti, e anche a causa dell’ignobile trattamento riservato a Siccio Dentato, decemviri saranno deposti poco dopo.
Difficile dire quanto dell’intera vicenda di Siccio Dentato sia vero.
Ma è assai probabile pensare che la figura di Dentato, l’Achille romano ferito solo al petto, abbia costituito un modello ideale e una figura da emulare per molti cittadini e soldati romani.
Fonti
Aulo Gellio, Noctes Atticae
Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia
Tito Livio, Ab Urbe Condita
