L’assedio di Costantinopoli del 1453 è senz’altro una delle più famose battaglie di tutti i tempi, e alcuni dei suoi protagonisti, tra cui Costantino XI e Giovanni Giustiniani, nonché il conquistatore Maometto II, hanno conquistato fama immortale.
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Andando a guardare le fonti, ci accorgiamo però di quanti attori di quel grande e tragico evento storico siano rimasti nascosti nelle pieghe della Storia, e dall’ombra degli altri protagonisti.
Uno di questi attori, è uno dei difensori di Costantinopoli, molto curiosamente…un turco ottomano: il principe Orhan.
Orhan è un pretendente al trono ottomano e rivale diretto di Maometto II. Nato nel 1412, il principe vive ormai da lunghi anni a Costantinopoli, ed è usato come strumento di deterrenza nei confronti del sultano, poiché lasciarlo andare dalla capitale significherebbe scatenare una rivolta e una guerra civile per il trono ottomano.
Per evitare ciò, da molto tempo i sultani pagano un tributo al basileus di turno per “mantenere” Orhan alla corte di Costantinopoli.
Quando Maometto II nel 1452 rifiuta di ottemperare questo impegno, è chiaro a tutti che la guerra per la conquista della Regina delle Città è alle porte.
Quando nell’aprile del 1453 Maometto II si presenta sotto le mura di Costantinopoli, Orhan non è fuggito (ma stranamente non è nemmeno stato rilasciato per scatenare disordini, per motivi sconosciuti): è rimasto nella capitale, ed è inquadrato con i difensori con i suoi 600 uomini.

Ad Orhan e ai suoi guerrieri turchi è affidata la difesa di un tratto meridionale delle mura marittime e del porto di Eleutherius.
Non ci furono grandi attacchi contro questo settore delle mura nel corso dell’assedio, ma il giorno della caduta, il 29 maggio, Orhan non è da meno di tutti gli altri difensori.
Con i suoi Turchi, Orhan riesce a respingere l’assalto dell’ammiraglio Hamza Beg portato dal mare contro l’Eleutherius.
Anche quando le difese principali iniziano a crollare, il principe ottomano continua a combattere valorosamente contro i suoi connazionali, ben sapendo che fine farà se sarà catturato vivo.
Quando tuttavia tutto è ormai perduto, come molti altri Orhan cerca di mettersi in salvo, travestendosi da monaco greco – la sua perfetta conoscenza della lingua lo aiuta.
Un trucco che però non lo salva dalla cattura e dal tradimento: dopo essere stato catturato insieme ai suoi soldati superstiti, uno dei suoi compagni fa infatti la spia e rivela la sua identità ai Turchi, che lo decapitano lì dove si trova – destino comune a tanti dei comandanti della difesa.
Una morte quasi anonima, e senz’altro meno “spettacolare” di altre, per uno dei meno conosciuti (e forse più improbabili) tra i difensori di Costantinopoli.
Lettura consigliata
S. Runciman 1997, Gli ultimi giorni di Costantinopoli