La battaglia di Venosa (1041). La prima battaglia tra Romani e Normanni

A partire dai primi anni dell’XI secolo, l’Italia meridionale vede l’arrivo di un nuovo, importante protagonista della sua Storia: i Normanni.

All’inizio piccoli gruppi di bande guerriere assoldate dai Longobardi per la difesa contro i Saraceni o comunque per rinforzare gli eserciti locali, ben presto i Normanni stabiliscono la loro prima entità politica politica, la Contea di Aversa (o, secondo alcune ipotesi, la Contea di Ariano).

I Normanni vengono così coinvolti nelle rivolte e guerre anti-imperiali che periodicamente affliggono il Meridione, spesso scatenate da signori longobardi che sono stati al servizio imperiale fino a poco prima.
In questo modo, i Romani affrontano vittoriosamente per la prima volta i Normanni, a Canne nel 1018, ma in quell’occasione gli uomini del Nord sono solamente un piccolo contingente mercenario.

Ben diversa è invece la situazione circa vent’anni dopo.

Proprio uno dei conflitti descritti sopra, approfittando probabilmente della contemporanea campagna imperiale in Sicilia, prende forma nel 1041, promosso dai Longobardi Arduino (che però potrebbe provenire in realtà dall’Italia settentrionale), Argiro e Atenolfo, che cercano l’appoggio dei Normanni di Aversa, comandati da Rainulfo Drengot.

Nelle fila normanne sono presenti numerosi membri della famiglia Hauteville, o Altavilla, casata che ben presto sarà protagonista della grande Storia.

Le forze radunate dai coalizzati sono, secondo le fonti (non ne abbiamo di mano romana), piuttosto misere: 500-1000 fanti e 700 cavalieri, di cui la punta di diamante sono proprio i valorosi cavalieri normanni.

Il catapano d’Italia, Michele Dukeianos, decide di muovere da Bari con le truppe che ha a disposizione per affrontare gli avversari. Non abbiamo dettagli sul numero dei suoi soldati, ma sappiamo essere in superiorità numerica e con probabilmente a disposizione truppe richiamate dalla campagna in Sicilia, tra cui parte del tagma dei Variaghi.

[Leggi anche Uomini del Nord. Etnia e provenienza dei Variaghi]

Il catapano prima si occupa di sedare le rivolte delle città che si sono unite al nemico, e poi finalmente avanza contro la schiera avversaria, sul fiume Olivento, vicino a Venosa.
Quando i due eserciti si trovano di fronte, a quanto pare la disparità di forze è tale, a favore dei Romani, che Dukeianos invia un messaggero a cavallo per chiedere ai nemici se vogliano arrendersi ed evitare una sconfitta sicura.

La risposta è quasi certamente leggendaria e raccontata in modo esagerato, ma molto peculiare della mentalità guerriera normanna. Infatti, un cavaliere normanno si sarebbe fatto avanti e, senza dire nulla, avrebbe abbattuto il cavallo del messaggero di Dukeianos con un pugno!
Al povero messaggero verrebbe quindi dato un nuovo cavallo perché possa riferire ai suoi, dando inizio allo scontro.

L’esercito imperiale si schiera su tre linee, mentre la forza longobardo-normanna, per far fronte all’inferiorità numerica e probabilmente per evitare l’accerchiamento, dispone sul campo una sola, lunga schiera – stranamente, a quanto pare con i cavalieri normanni al centro, a cavallo, e la fanteria sulle ali.
Purtroppo di come effettivamente lo scontro si sia svolto sappiamo piuttosto poco.

Secondo Amato di Montecassino, l’esercito imperiale lancia diverse cariche, ma tutte falliscono nell’abbattere la linea normanna. Anzi, sempre secondo il certo non imparziale Amato, Dukeianos a ogni attacco ordina che gli vengano portati i prigionieri da inviare all’imperatore, ma al contrario ogni volta riceve la notizia che l’attacco di turno è andato male.

Dopo aver esaurito le forze degli avversari, alla fine i cavalieri normanni passano all’iniziativa e caricano, rompendo lo schieramento imperiale e mettendolo in fuga – diversi soldati romani, nella rotta, affogano nell’Olivento.

La battaglia di Venosa (nota anche come battaglia di Olivento) si chiude così con una disastrosa sconfitta imperiale, che sarà replicata poco dopo nelle battaglie di Montemaggiore e Montepeloso.

Inizia così la lunga storia degli scontri sul campo di battaglia, tanto in Italia meridionale che in Oriente, dell’impero contro i Normanni.

[Leggi anche La battaglia di Montemaggiore (1041). La seconda battaglia tra Romani e Normanni]

[Leggi anche L’assedio di Bari (1068-1071). La fine del Catepanato d’Italia]

Letture consigliate

J.J. Norwich 2021, I Normanni nel Sud. 1016-1130

M. Scardigli 2012, Le battaglie dei cavalieri. L’arte della guerra nell’Italia medievale


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