I cani nella Roma Antica

Greci e Romani, sebbene non siano stati fra le prime popolazioni ad accogliere presso di loro animali da compagnia, hanno senz’altro rivolto attenzioni particolari ai loro cani.

Autori romani antichi, storici, naturalisti, geografi, e autori di trattati di agricoltura parlano diffusamente dei cani e del ruolo di questi animali all’interno della loro cultura. Le principali categorie canine sembrano includere esemplari impiegati per la caccia, per la guardia, cani da pastore, cani conduttori, e anche cani da compagnia.

Va ovviamente ricordato che nel mondo antico non esiste un vero e proprio concetto di “razza” canina come lo intendiamo oggi. Il concetto moderno di razza, applicato ai cani moderni, si basa sulla genetica e sulla riproduzione controllata dall’uomo. Per i cani di epoca antica sarebbe più opportuno parlare di “varietà” o “tipologie”. Inoltre, per gli autori latini le varie tipologie di cani sono titolate solitamente in base alla loro provenienza o locazione geografica.

Le analisi della morfologia degli scheletri canini dalla penisola italiana hanno messo in luce un’ampia variabilità di taglia già a partire dal Neolitico. Tale variabilità aumenta durante l’Età del Bronzo, forse causate da alcuni incroci casuali e accidentali, piuttosto che generati da una volontà umana.

I cani di grandi dimensioni cominciano a fare la loro comparsa solo a partire dall’Età del Ferro, momento in cui ha inizio una certa selezione di individui. Ma una variabilità maggiore si riscontra solo in epoca romana. Con i Romani, fanno la loro comparsa anche i cosiddetti cani da grembo, caratterizzati da dimensioni considerevolmente ridotte.

Monumento funerario dei Vitullii
Aquileia (UD), Museo Archeologico Nazionale

Nelle prime fasi del periodo romano, le misure dei cani non sembrano differire troppo da quelle dell’Età del Ferro, mentre successivamente si rileva la presenza di esemplari di piccola taglia, la cui altezza al garrese non supera i 29 cm. I cani di taglia toy pare abbiano fatto la loro comparsa dapprima in Italia, e poi in Britannia, dove vennero importati. Le tipologie toy sono caratterizzate da ossa di dimensioni ridotte e sottili, prive di deformazioni patologiche e che conservano le caratteristiche dei cuccioli. La varietà toy doveva essere impiegata per la caccia ai roditori. I cani nani acondroplastici, come l’esemplare rinvenuto assieme al suo padrone durante il naufragio della Nave B nell’estate del 10 d.C., appaiono nello stesso momento degli individui toy, ma presentano le tipiche caratteristiche del nanismo, come l’accorciamento e l’eccessiva curvatura delle ossa e degli arti con un cranio solitamente mesencefalo. Questa tipologia canina presenta una grossa variabilità di taglia che oscilla tra i 21 e i 38 cm al garrese.

Questi cani dovevano essere molto apprezzati nel mondo romano, nonostante l’andatura goffa causata dalla morfologia degli arti. Gli esemplari di questa varietà sono impiegati come cani da fiuto, come cani da guardia, anche come animali da compagnia nei centri urbani. Anche l’iconografia restituisce immagini di alcuni esemplari usati per la caccia o come moderni pet. Sicuramente, questi animali erano divenuti anche simbolo di status sociale.

Altra tipologia di cani di piccole dimensioni nota nel mondo romano è caratterizzata da arti dritti e sottili. Forse questi esemplari sono da identificare con i Melitaei di cui parlano Plinio e altri autori classici. Noti come “cani da conforto”, questi vennero impiegati, anche in epoca medievale e oltre, per alleviare i dolori di stomaco, tendendoli stretti in braccio.

Per quanto riguarda i cani di grandi dimensioni le fonti letterarie forniscono un quadro di classificazione. Dalle osservazioni dei vari autori risulta che i cani sono scelti per le loro caratteristiche fisiche e le loro attitudini naturali.

Il confine comunque fra animale da lavoro e da compagnia doveva essere estremamente labile per alcune tipologie di canidi.

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Per approfondire il ruolo del cane nel mondo romano, leggi anche I Romani usavano cani da guerra?

Letture consigliate 

D. Engels 2001, Classical Cats

L. Landini 2019, I cani delle Navi Antiche di Pisa in Gradus, pp. 54 -59

P. Li Causi 2018, Gli animali nel mondo antico


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