Recensione: “A Roma da Cartagine. La spada e lo scudo del legionario repubblicano”, di Gioal Canestrelli

Titolo: “A Roma da Cartagine. La spada e lo scudo del legionario repubblicano”

Autore: Gioal Canestrelli

Anno prima pubblicazione: 2021

Editore: Leg

Se cercate un saggio che sia godibile da leggere, realizzato con la massima accuratezza e che vi lasci anche arricchiti di nuove conoscenze e concetti, “A Roma da Cartagine. La spada e lo scudo del legionario repubblicano” è il libro che fa per voi.

Gioal Canestrelli, storico, archeologo, divulgatore e rievocatore storico, sarà già noto a molti dei lettori di questo sito, particolarmente per la sua attività di divulgazione storica tramite il suo canale YouTube Evropantiqva.
Abbiamo inoltre già parlato di un paio di suoi volumi, ogni tanto noterete suoi video spuntare negli articoli che scriviamo, e alcuni suoi interventi scritti sono ospitati sul sito.

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L’argomento di questo libro parrebbe già chiaramente esplicitato nel titolo…ma in realtà c’è molto di più.

Nelle 170 pagine “A Roma da Cartagine”, non troverete soltanto la “via punica” attraverso la quale i legionari romani avrebbero adottato gli elementi della loro panoplia maggiormente rappresentativi – il gladio e, se non tutto lo scudo, almeno alcune sue parti fondamentali.

Ciò che troverete è un vero e proprio excursus sull’evoluzione di spada e scudo in ambito romano (e non solo: Gioal Canestrelli ci riesce a portare in viaggio per tutto il Mediterraneo occidentale), dal VII sec. a.C. fino alla fine della Seconda Guerra Punica.

Il libro è diviso in due parti distinte, separate tra loro da una sezione di tavole a colori – il libro è in realtà pieno zeppo di immagini, particolarmente quelle comprese nel testo (ben 57!) vi aiuteranno a visualizzare perfettamente ciò di cui si sta parlando.

La prima parte, la più corposa e per molti, me compreso, quella sicuramente più affascinante, è dedicata alla spada.
E non solo all’evoluzione del gladio in sé (“gladio”: parola talmente legata ai Romani, nel nostro immaginario, che l’autore ci deve ricordare come sia di origine…gallica), arrivato ai Romani tramite i canali iberici e punici, come già ci prometteva il titolo.
Infatti la trattazione, come accennato, parte da molto più lontano: da quelle “spade patrie” menzionate nelle fonti di periodo bizantino, e dalle spade galliche che vennero adottate dai Romani (e non solo), convivendo probabilmente poi con il gladio ispanico per parecchio tempo.

La seconda parte, che in qualche modo sembra avere un “ritmo” diverso, è dedicata agli scudi. A mio avviso il ritmo è diverso perché l’argomento è, in un certo senso, molto più intricato che per le spade.
E se anche qui si giunge poi agli apporti che i Cartaginesi, loro malgrado, diedero all’evoluzione “definitiva” dello scudo repubblicano, non si può non notare come in realtà i grandi protagonisti di questa sezione, a fianco ai Romani, siano i Galli.
Furono infatti loro i grandi responsabili del “revival” in ambito italico del thyreos, lo scudo oblungo a spina centrale già noto nella Penisola ma soppiantato, almeno in prestigio, dagli scudi di tipo oplitico per lungo tempo.
Da questa nuova adozione dello scudo oblungo nascerà lo scudo che iconicamente associamo ai legionari romani, lo scutum.

Grazie a “A Roma da Cartagine“, Gioal Canestrelli ci restituisce un’immagine dei legionari repubblicani tra IV e III sec. a.C. molto diversa da quella degli stereotipi, vecchi e nuovi, che ancora circolano. Un’immagine fedele e attenta alle fonti, che in modo molto potente enfatizza quanto il maggior merito dei Romani in ambito militare fu quello di adottare ciò che i loro nemici avevano di vincente, per farlo proprio.

Tutto questo è ben sintetizzato nella frase di chiusura del libro (scusate lo spoiler, ma è meravigliosa):

“Così come Scipione seppe apprendere le tattiche di Annibale, farle proprie e ritorcerle contro il Cartaginese a Zama, Roma, battuta dal soldato punico, lo fece proprio, e con esso conquistò il mondo.”

Se siete appassionati di Storia militare, di armi, di esercito romano, e di saggi storici fatti come si deve, “A Roma da Cartagine” deve assolutamente avere un posto nella vostra libreria.

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