I Romani e le staffe

I Romani furono il primo popolo del bacino mediterraneo ad acquisire la staffa, a cavallo tra VI e VII sec. d.C.

Un prestito dal mondo àvaro, dal quale in quel periodo i Romani prenderanno moltissima ispirazione.
Furono infatti gli Àvari a introdurre per primi la staffa in Europa e nel Mediterraneo, quando si affacciarono per la prima volta sul Danubio.

C’è ancora chi ritiene che la staffa dovesse essere per forza in uso già presso gli Unni, visto che le fonti antiche sembrano descriverli come grandi cavalieri.

Ciò però, oltre a non essere corroborato da nessuna fonte, non risponde al vero.

Chi afferma ciò, dimentica di come moltissimi popoli del mondo antico eccellevano nell’arte della cavalleria (arcieria compresa) senza alcun bisogno delle staffe: Parti, Sarmati, Numidi, Macedoni.
Gli antichi erano in grado di usare in modo micidiale arco e lance a due mani in sella ai loro cavalli, senza alcun bisogno della staffa.

I Romani stessi erano divenuti eccellenti cavalieri e temibili arcieri a cavallo già decenni prima dell’introduzione delle staffe.
Le gesta dei soldati montati degli eserciti di Giustiniano parlano da sole.

La staffa di per sé, insomma, non è mai stata un “game changer”.

Come per altri popoli, inoltre, quello con la staffa non fu per i Romani un amore a prima vista.

Se nello Strategikon di Maurizio ne troviamo descritto (o forse solo immaginato) un uso già molto specialistico, come quello di avere due staffe sullo stesso lato per il personale medico (ciò avrebbe aiutato i feriti a montare in sella), il dato archeologico non conforta quanto l’imperatore avrebbe desiderato vedere nei suoi eserciti.

Considerando che lo Strategikon è stato scritto al più tardi alla fine del VI sec., è interessante notare che le prime testimonianze di staffe dall’ambito romano (così come tra i Longobardi, che con gli Àvari aveva avuto una stretta convivenza) sono tutte databili circa dal 630 in poi.

Quasi mezzo secolo di differenza.

Ciò non deve stupire. Se qualche autore come Maurizio vi aveva visto un certo potenziale, il resto del mondo militare va immaginato come molto più conservatore e restio al cambiamento.

Specie se si tratta di un oggetto che, di per sé, non avrebbe sconvolto o migliorato in modo esponenziale il modo di fare la guerra.

Del resto, è interessante notare come presso altri popoli coevi la staffa ci abbia messo molto ad affermarsi.

Per gli Arabi, per esempio, che quasi certamente presero le staffe proprio dai Romani, all’inizio cavalcare e combattere usando le staffe era considerato poco virile e marziale: sarebbe stato impossibile far vera mostra delle propria abilità equestri e combattive usando quella che altro non era, nei fatti, che una comodità.

Bibliografia (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro o leggere gli articoli)

M. Caprioli 2020, “Equestrian Military Equipment of the Eastern Roman Armies in the Sixth and Seventh Centuries“, in M. A. Bibby, B. G. Scott (a cura di), The Materiality of the Horse

G. Cascarino, C. Sansilvestri 2012, L’esercito romano. Armamento e organizzazione. Vol. IV: l’impero d’Oriente e gli ultimi Romani

D. Nicolle 1982, The Military Technology of Classical Islam

M. Petitjean 2018, La cavalleria nel mondo antico


One thought on “I Romani e le staffe

  1. Molto interessante. L’uso della staffa quindi all’inizio non fu ben visto nonostante la sua utilità. Sono piccole informazioni che riescono ad arricchire parecchio il panorama storico romano.

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