Titolo: “La vita quotidiana alla fine del mondo antico”
Autore: Giorgio Ravegnani
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: il Mulino
Tra i vari libri che ho avuto modo di leggere del prof. Ravegnani, “La vita quotidiana alla fine del mondo antico” è quello che ho amato maggiormente.
Giorgio Ravegnani, docente emerito e studioso di Storia medievale e di Storia dell’Italia Bizantina, anche in questo piccolo testo, torna a parlarci del periodo tardoantico, ma da un differente punto di vista.
Non è più la storia con la S maiuscola, ma la storia di tutte quelle persone che spesso non finiscono nei nostri libri di testo.
Il prof. Ravegnani in questo libro ci racconta minuziosamente la vita quotidiana di donne, uomini, e bambini che hanno vissuto durante la tarda antichità (IV-VII sec. d.C.). In particolare, l’autore ci fa notare come anche l’avvento della nuova religione cristiana abbia contribuito a stravolgere la società già a partire dal IV secolo d.C.
Infatti, come scrive lo stesso autore: “I cristiani si adoperarono con successo per adattare il mondo romano alla loro visione e in più occasioni furono in grado di intervenire sugli imperatori perché emanassero leggi in linea con questa. Un analogo cambiamento fu poi apportato nella mentalità corrente introducendo concezioni e modi di vita estranei al mondo antico: l’intolleranza dovuta alla convinzione dell’unicità della fede, ed il desiderio di ascesi e contemplazione così forti da contagiare anche l’altezzosa aristocrazia romana, una diversa concezione del ruolo della donna, il monachesimo con la sua carica dirompente e, perfino, una maniera differente di rapportarsi agli abiti e alla pulizia personale in funzione dell’ascesi”.
Il libro si articola in quattro parti principali (“Infanzia e adolescenza”; “L’età adulta”; “La qualità della vita” ; “La conclusione dell’esistenza”), che ripercorrono la vita di una persona della tarda antichità dalla sua infanzia fino alla morte.
Queste parti a loro volta son suddivise in brevi capitoli, atti a spiegare più in profondità innumerevoli aspetti della quotidianità: l’istruzione, la prostituzione, il viaggio, la vita religiosa, e molto altro ancora.
Avendo già avuto modo di approfondire la vita quotidiana, in particolare quella femminile, tra la fine della repubblica e l’alto impero, gli aspetti che maggiormente mi hanno colpito di questo libro sono due “curiosità”, che riguardano la vita della donna nella tarda antichità: la prima è legata all’infanzia, l’altra al mondo della prostituzione.
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Se tra la tarda repubblica e l’alto impero la bambina romana poteva frequentare la scuola pubblica, nel IV secolo questo non è più possibile. Infatti, non ci sono più delle istituzioni statali che garantiscano l’istruzione e l’educazione di tutti i bambini, di qualunque sesso ed estrazione sociale. La scuola diventa, nella tarda antichità, una questione del tutto delegata all’ambito privato.
O meglio: questo valeva per i bambini di ceti medio-alti, che potevano permettersi un precettore che impartisse loro lezioni individuali o di gruppo. I bambini poveri, al contrario, potevano frequentare delle scuole presso istituzioni monastiche, ma niente di più.
Per quanto riguarda la vita delle donne dedite alla prostituzione, la cosa che mi ha particolarmente colpito è che, in realtà, fino al IV secolo la prostituzione era vista come un fatto della quotidianità del tutto normale.
A partire dalla metà del IV sec., pecie a seguito di alcuni interventi legislativi del prefetto d’Oriente Fozio, la situazione iniziò a prendere delle pieghe del tutto differenti. Forse, molto più simile a quello che siamo abituati ad immaginare sul mondo medioevale: sesso uguale tabù.
Quindi, se prima le pratiche sessuali, sia eterosessuali che omosessuali, erano viste come una cosa del tutto naturale, in cui l’uomo aveva la necessità (nonché il dovere), di dimostrare la sua superiorità attraverso la penetrazione e la dominazione, in epoca tardo antica non solo il mestiere di per sé, ma anche le prostitute vengono emarginate dalla società e fortemente criticate.
Anzi, alcuni imperatori tentarono anche di far cessare del tutto il fenomeno della prostituzione, attraverso la proclamazione di nuove leggi e l’allontanamento dei lenoni dalla capitale.
L’unica pecca di tutto il libro, a mio parere, è che purtroppo l’autore non si sofferma troppo sull’abbigliamento, la moda, e la toeletta di questo periodo, ma ne fa solo un breve accenno.
Tolta questa piccolezza, che per molti penso resterà inosservata, “La vita quotidiana alla fine del mondo antico” rimane un eccellente lavoro del prof. Ravegnani (come accennato, il mio preferito), che arricchisce la collezione e la raccolta dei suoi testi sul mondo romano tardo antico.
Un titolo che consiglio vivamente non solo a tutti coloro che volessero approfondire la tarda antichità, ma anche a coloro i quali volessero approcciarsi al tema partendo da un diverso punto di vista.
Un libro che non può davvero mancare nella vostra libreria.
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