“Pony express” romani. Il cursus publicus

Come faceva l’amministrazione romana a far arrivare importanti messaggi a legioni, generali, burocrati, ed altri funzionari pubblici, stanziati in tutto l’impero?

Semplice: con dei corrieri specializzati, i quali potevano anche usufruire delle locande lungo il percorso (mansiones), compreso il cambio dei cavalli, senza alcuna spesa.
Si tratta del cursus publicus.

Il sistema, come riporta Svetonio, fu istituito da Augusto:
“Per essere avvisato più rapidamente, e per conoscere più direttamente che cosa avvenisse in ogni provincia, in un primo tempo dispose come staffette dei giovani a breve distanza l’uno dall’altro, lungo le vie militari; in seguito dispose invece dei veicoli. Questo secondo metodo venne riscontrato più comodo, perché coloro che portavano le lettere direttamente, da una determinata località, possono anche venire interrogati direttamente, se il caso lo richieda.”
[Svetonio, Augusto, 49, 5]

Il sistema con i veicoli (si intende, carri) era senz’altro più comodo, ma utilizzare i corrieri specializzati restava il metodo più veloce per la consegna dei messaggi.

La velocità di un corriere romano si calcola che fosse in media di sette chilometri all’ora – per una percorrenza totale di circa 70 chilometri al giorno.

In questo modo, si è potuto calcolare che un corriere partito dalla capitale, Roma, potesse raggiungere Brindisi, ad esempio, in circa una settimana; Costantinopoli in venticinque giorni; Antiochia (Siria) in quaranta; ed Alessandria d’Egitto in cinquantacinque.

Il sistema del cursus publicus fu utilizzato senz’altro fino alla tarda antichità. In questo periodo, oltre ai funzionari imperiali, ne potevano usufruire anche le nuove autorità del periodo: i vescovi.

Leggi anche Il vescovo nel periodo tardo antico e alto medievale

Quanto al resto della popolazione, questa non poteva usufruire dei corrieri del cursus publicus. La corrispondenza privata, così come i beni materiali, erano infatti usualmente affidati a dei privati (per esempio mercanti) che si sarebbero recati nel luogo dove risiedeva il destinatario della lettera.

Se invece il messaggio doveva essere inviato all’interno della propria città, si poteva ricorrere a uno schiavo specializzato, detto tabellarius – che del resto era anche il nome degli schiavi impiegati dal cursus publicus per il recapito di messaggi.

Ph. N. Moulin

Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)

A. Angela 2010, Impero. Viaggio nell’Impero di Roma seguendo una moneta

G. Traina 2017, 428 dopo Cristo. Storia di un anno


2 thoughts on ““Pony express” romani. Il cursus publicus

  1. Conoscevo questo sistema di comunicazione e l’ho sempre trovato molto interessante. Ogni volta che penso a quanto tempo ci voleva per raggiungere certi luoghi… davvero affascinante!

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