Lucio Cedicio, eroe oltre il Reno

9 d.C., dopo il 12 settembre.

Al campo legionario invernale di Aliso (odierna Haltern), il praefectus castrorum Lucio Cedicio vede arrivare gruppi di soldati malridotti e spaventati.

Sono tra i pochi superstiti del massacro di Teutoburgo.

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Di seguito a loro, una massa di civili che abitano la provincia di Germania, venuta a galla la notizia della disfatta, si dirige nel forte per cercare rifugio.

Lucio Cedicio, militare di carriera (sappiamo essere stato un centurione primipilo), ha ben chiare le priorità di quel momento: evacuare il campo, mettere in salvo i suoi uomini e i civili oltre il Reno.

Non ha il tempo di farlo.
Un esercito di guerrieri Germani da diverse tribù, guidato forse dallo stesso Arminio, giunge ben presto ad Aliso, mettendo sotto assedio il forte.

Lucio Cedicio, tuttavia, ha avuto abbastanza tempo per prepararsi.
Con la scusa del bisogno di legna, fa confiscare tutti i tronchi d’albero già tagliati della zona: in questo modo, i Germani non avrebbero potuto dar fuoco al forte.

Quando questi si presentano, si limitano a circondare la fortezza legionaria, costituendo il loro campo in tre linee concentriche.

Prendere d’assalto Aliso è impossibile – oltre alle fortificazioni, gli arcieri ausiliari del forte tengono i nemici a distanza con il loro tiro micidiale.

La resistenza del campo dura a lungo. Forse in una sortita, Cedicio riesce a catturare dei prigionieri.
Decide di giocarsi una carta psicologica: fa mozzar loro le mani e li libera, ma non prima di aver mostrato loro, radunate tutte insieme, le immense scorte di cibo del forte.

Un inganno per prendere tempo: i viveri totali, in realtà, sono ben pochi.

Alla fine, alla notizia che parte dei Germani hanno abbandonato l’assedio al sentore di movimenti di truppe romane lungo il Reno, Cedicio si decide: bisogna evacuare il forte e portare in salvo gli assediati. Non avrà altre possibilità.

La sortita si svolge in una notte di tempesta. La colonna legionaria punta a Castra Vetera, distante sessanta chilometri.

Superate le prime due linee di assedianti, il rumoreggiare dei civili spaventati rivela la colonna ai Germani della terza linea, che attaccano l’avanguardia romana. Altri Germani accorrono, per attaccare tutto il contingente.

Cedicio conduce una difesa disperata e vince, di nuovo con uno stratagemma: i soldati dell’avanguardia, dopo aver sconfitto i loro assalitori, tornano indietro con grande suono di trombe per salvare gli altri.
I Germani, credendo si tratti di un vero e proprio contingente di soccorso, si disperdono nelle tenebre.

Rimessisi in cammino, i fuggiaschi riescono finalmente a mettersi in contatto con Asprenate, il comandante di Castra Vetera, che invia immediatamente soccorsi e li accoglie.

Cedicio era riuscito nella straordinaria impresa di salvare i suoi uomini e i civili con lui.
Vero re degli stratagemmi, lo storico contemporaneo Velleio Patercolo lo ricorda come esempio del valore e della tenacia dei soldati romani.

Letture consigliate

U. Roberto 2018, Il nemico indomabileRoma contro i Germani.


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