Nell’inverno tra 101 e 102, dopo aver sconfitto a prezzo di ingenti perdite i Daci nella seconda battaglia di Tapae, Traiano fa accampare il suo esercito per svernare.
Il re dei Daci, Decebalo, ha infatti deciso di asserragliarsi dietro il complesso di fortezze a difesa della sua capitale, Sarmizegetusa Regia, e i Romani sanno che attaccare tale linea difensiva nel corso dell’inverno sarebbe troppo rischioso.
Al contrario, Decebalo, approfittando anche del fatto che Traiano (e senz’altro anche parte delle forze romane) lascia il teatro di guerra per tornare in Italia, in attesa delle primavera, organizza un piano per cercare di colpire duramente il suo potente avversario.
Il re dei Daci decide di radunare l’esercito e colpire la Mesia inferiore (corrispondente grossomodo all’odierna Bulgaria), con il supporto della vicine popolazioni sarmatiche di Roxolani e Bastarni – questi ultimi una realtà germano-sarmatica.
L’intento è quello di attraversare il Danubio per attaccare il territorio romano, costringendo così i legionari presenti in Dacia ad abbandonare le loro posizioni.
Come spesso accaduto nel corso della Storia, il Danubio è ghiacciato e permette il passaggio di Daci e Roxolani, ma in diversi punti il ghiaccio si spezza sotto il peso dei guerrieri, non essendo congelato abbastanza.
Dopo alcuni primi successi, ottenuti probabilmente per via dell’effetto sorpresa, il governatore della Mesia, Manio Laberio Massimo, riesce a tenere a bada gli incursori.
[Leggi anche Battaglia sul fiume ghiacciato. Romani contro Iazigi (172 d.C.)]

Non potendo permettere che una provincia romana venga attaccata direttamente, Traiano decide di intervenire di persona.
Le truppe accampate sulla strada per Sarmizegetusa Regia vengono fatte muovere verso il Danubio, operazione che riesce in maniera rapida grazie alle strade ma soprattutto con il supporto della 𝘤𝘭𝘢𝘴𝘴𝘪𝘴 𝘮𝘰𝘦𝘴𝘪𝘤𝘢.
Sappiamo purtroppo pochissimi dettagli su queste azioni invernali e sugli scontri, se non le loro linee essenziali – non conosciamo nemmeno il numero dei soldati coinvolti.
Un primo vittorioso scontro, probabilmente contro i Roxolani, avviene nella località dove sarà poi fondata la città di Nicopolis ad Istrum – fatta in seguito edificare da Traiano proprio per commemorare la vittoria, come suggerisce il nome.
La battaglia maggiore contro Decebalo avviene però in Dobrugia, presso l’odierna località di Adamclisi.
Lo scontro che avviene qui è duro e con perdite ingenti per entrambe le parti, come a Tapae, e proprio come in questa battaglia, infine, la vittoria arride ai Romani.
In primavera, Traiano proseguirà la marcia verso Sarmizegetusa Regia, e Decebalo sarà costretto a chiedere una tregua.
Dopo la fine della guerra, tra 106 e 107, a probabile ricordo proprio della vittoria di Adamclisi e dei soldati romani caduti sarà costruito un importante monumento, visibile ancora oggi: il 𝘛𝘳𝘰𝘱𝘢𝘦𝘶𝘮 𝘛𝘳𝘢𝘪𝘢𝘯𝘪.
Fonti e studi
Cassio Dione, Storia romana
F. Coarelli 1999, La Colonna Traiana
P. Connolly 1981, Greece and Rome at War
