Anche se il termine “tagma” è utilizzato già almeno nel VI secolo per definire genericamente una delle unità base dell’esercito romano, tra VIII e XI secolo assume un significato totalmente diverso.
“Tagma” diventa infatti la denominazione dei reggimenti di soldati professionisti che vanno a comporre l’esercito centrale (in contrapposizione agli eserciti provinciali dei themi), una forza di élite a diretta disposizione dell’imperatore.
Nel corso dei secoli, si assiste alla formazione e allo scioglimento di diversi di questi tagmata, composti da 1000-1500 0 3-4000 uomini, a seconda delle varie teorie, che usualmente sono composti da cavalleria pesante armata in modo eccellente, sul modello dei catafratti di questo periodo.
Tra questi tagma, quello forse più “spettacolare” di tutti, per ricchezza di armamenti e per prove di valore sul campo di battaglia, è il tagma degli Athanatoi, ovvero degli “Immortali”.
I tagmata sono normalmente composti da soldati fedelissimi all’imperatore, che mai lo tradirebbero.
Gli Athanatoi di Giovanni Tzimisce non solo non fanno eccezione, ma nel crearli il concetto viene, se possibile, esasperato: tra i ranghi del nuovo tagma infatti trovano posto membri del seguito personale dell’imperatore, giovani membri dell’aristocrazia militare dell’Anatolia e i giovani ostaggi nobili che si trovano nella capitale – tra questi, uno dei più noti è Anemas Kourupas, figlio dell’ex-emiro di Creta.

Se già l’aspetto dei cavalieri dei tagma regolari è impressionante – un cavaliere totalmente ricoperto di ferro, con il visto protetto da un triplo strato di cotta di maglia e il suo cavallo egualmente corazzato -, gli Athanatoi sono destinati a restare impressi in chiunque li guardi.
I catafratti del tagma degli Athanatoi si distinguono infatti per il ricchissimo equipaggiamento, ricoperto da placcature e decorazioni in oro e argento, che conferisce a questo reparto un aspetto ancora più maestoso sul campo di battaglia.
Il tagma degli Athanatoi viene istituito nel 970 dall’imperatore Giovanni Tzimisce, in concomitanza con la campagna contro i Rus’ di Svyatoslav di Kiev.
Nella battaglia di Preslav e nelle battaglie fuori dalle mura di Dorostolon, i catafratti degli Athanatoi si distinguono per lo straordinario valore in battaglia, che li porta a caricare a testa bassa e senza paura le fortissime formazioni di fanteria dei Rus’ di Kiev.
Tra loro, si distingue particolarmente Anemas Kourupas, che con il suo coraggio spericolato riesce a regalare da solo la vittoria all’esercito romano in una delle battaglie di Dorostolon – ma, per lo stesso motivo, perdendo la vita nello scontro del giorno dopo.
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Gli Athanatoi probabilmente non sopravvivono, come reparto, a Giovanni Tzimisce. Il reparto con lo stesso nome che ritroviamo, per l’ultima volta, nel 1094, è quasi certamente frutto di un reclutamento e di una riorganizzazione dell’esercito che avviene dopo il disastro di Manzikert del 1071.
Letture consigliate
R. D’Amato 2012, Byzantine Imperial Guardsmen 925–1025: The Tághmata and Imperial Guard