L’ultimo giorno dell’anno 406, ha luogo una delle più grandi invasioni barbariche dell’impero romano: una coalizione di Svevi (o Suebi), Vandali (divisi nei raggruppamenti di Hasdingi e Silingi) e Alani (popolo nomade di etnia iranica) attraversa il Reno ghiacciato nei pressi di Moguntiacum, la moderna Magonza.
Vista la cronologia degli eventi, come vedremo, qualcuno propone che in realtà tutto si sia svolto il 31 dicembre del 405, ma la data del 31 dicembre 406 non è scelta a caso: la propone infatti il cronachista antico Prospero d’Acquitania.
Nell’attraversare il Reno, l’ondata di invasori incontra la resistenza dei Franchi, alleati dei Romani, che però vengono sonoramente sconfitti.
Da qui, gli invasori riescono a penetrare in Gallia, attraversandola da nord a sud e portando con loro una scia di morte e devastazione, almeno da quello che le fonti romane riportano.
Un passo famosissimo, di un certo Oriento, riporta: “Tutta la Gallia fu invasa dal fumo di una sola pira funebre”. Altri autori testimoniano la brutale incertezza della vita in Gallia in quegli anni, fino al 409, quando Vandali, Alani e Svevi passano i Pirenei e si insediano, ovviamente senza alcun permesso da parte delle autorità romane, in Spagna.
Quando i barbari oltrepassano la frontiera e invadono l’impero romano, sembra sconcertante notare come non ci sia stato apparentemente modo di mettere un freno all’invasione da parte dell’autorità centrale.
Eppure, in realtà ciò non deve stupire: Stilicone, in quel momento ben più impegnato e preoccupato per l’Italia minacciata dai Goti di Radagaiso (sconfitto e ucciso pochi mesi prima, nell’agosto del 406), e avendo parzialmente sguarnito la frontiera renana. Inoltre, lungo il Reno si erano verificati dei non precisati disordini, forse grazie ai quali l’invasione viene facilitata.
Proprio per via dell’apparente inattività di Stilicone, almeno uno storico ha proposto di retrodatare al 31 dicembre 405 l’invasione: tra 405 e 406, Stilicone è infatti estremamente impegnato in Italia contro i Goti.

Nel 407, a seguito dell’apparente inazione dal centro, emerge così la figura dell’usurpatore Costantino III, responsabile dell’uscita quasi totale delle forze armate romane dalla Britannia: la sua entrata in gioco, in teoria voluta proprio per contrastare l’invasione, porta solo a un altro episodio di guerra civile, che non fa che aiutare i barbari nella loro marcia, pressoché incontrastata.
Insomma, l’esercito romano c’è, ma è costantemente impegnato altrove e su altri fronti.
Tuttavia, nonostante la gravissima minaccia e le testimonianze drammatiche, è stupefacente vedere come, nel giro di pochi anni, i Romani vedono la devastazione della Gallia e l’occupazione della Spagna come uno dei tanti colpi subiti da Roma, dal quale si sarebbe certamente ripresa, dando ai barbari ciò che avrebbero meritato.
E almeno in un primo momento, sembra proprio avvenire questo: dopo aver sottomesso ed essersi alleato con i Visigoti del re Wallia passati in Gallia, il generale Flavio Costanzo (il futuro ma purtroppo effimero imperatore Costanzo III) usa proprio i Visigoti per spazzare via gli invasori della Spagna.
Nel 416, i Vandali Silingi sono praticamente spazzati via, mentre gli Alani, gli Svevi e i Vandali Hasdingi ridotti a un’ombra di ciò che erano. Restituite le province all’impero, e senza che Flavio Costanzo abbia perso un soldato romano, ai Visigoti e a Wallia viene permesso di stanziarsi nella moderna Aquitania – una posizione strategica sia per finire di intervenire in Spagna, sia per controllare le rivolte dei Bagaudi in Gallia.
Tuttavia, la precoce scomparsa di Costanzo nel 421, dopo pochi mesi di regno, impedisce di portare a compimento la liberazione della Spagna.
Ciò che rimane degli invasori infatti si è radunato sotto le bandiere dei Vandali Hasdingi. Nel 422, questi sconfiggono un esercito romano comandato da Castino, a quanto pare anche grazie al tradimento dei Visigoti, e nel 429, guidati da Genserico, i Vandali passeranno in Africa, conquistando di lì a poco Cartagine e assestando un colpo mortale all’impero romano.
Letture consigliate (clicca i link per acquistare la tua copia)
P. Heather 2005, La caduta dell’impero romano. Una nuova Storia