La Storia del III sec. d.C., si sa, è spesso terribilmente complessa da ricostruire.
Fonti spesso scarne e contraddittorie, quando non inaffidabili, come se la complessità del periodo di per sé non bastasse.
Il III sec. è però anche uno dei periodi della Storia romana in grado più di altri di rivelarci grandi sorprese, proprio per queste sue complesse caratteristiche.
Molti ritrovamenti degli ultimi decenni legati a questo periodo infatti spesso non li ritroviamo in nessun’altra fonte, rivelando così pezzi totalmente sconosciuti di questo cruciale periodo della Storia di Roma – un caso emblematico è la narrazione della battaglia delle Termopili del 254 0 260.
A questa categoria di reperti appartiene anche un gruppo di monete appartenenti a un imperatore, o usurpatore, altrimenti totalmente sconosciuto: Sponsiano.
Le monete, ritrovate nell’attuale Transilvania, anticamente parte della Dacia, insieme a quelle di altri imperatori e databili tra gli anni ’40 e ’50 del III sec., in realtà non sono un ritrovamento recente, poiché sono state rinvenute già all’inizio del XVIII secolo.
Tuttavia, viste alcune loro bizzarre caratteristiche – tra cui la dedica a un imperatore sconosciuto e un rovescio con un’antiquata simbologia repubblicana -, eminenti studiosi dell’inizio del XX secolo le bollano come senz’altro false.
Tutto è tuttavia cambiato il 23 novembre 2022, con la pubblicazione di un articolo da parte della squadra di studiosi che per un anno, grazie alle più aggiornate tecnologie e tecniche di indagine disponibili, hanno analizzato le monete.
Il risultato dello studio ribalta totalmente il giudizio iniziale: anche se l’usura non è stata determinante, lo sono state le tracce, inequivocabili e assolutamente coerenti col resto delle monete, che indicano una permanenza sotto terra di diversi secoli.
Questa prova va anche a corroborare altri due elementi che già andavano a favore dell’autenticità dei pezzi.
Da una parte, la quantità d’oro in percentuale presente nelle monete: coerentemente non in oro puro, ma con una quantità d’oro tale da rendere un’eventuale falsificazione moderna assurdamente costosa.

Inoltre, il nome di Sponsiano: proprio nel XVIII secolo venne scoperta una stele con un altro Sponsiano (unica altra attestazione per tale nome), ma che non sarebbe ancora potuta essere nota all’eventuale falsario.
Considerato che il nome non è attestato da nessun’altra parte, quante possibilità c’erano che un falsario inventasse un nome romano altrimenti sconosciuto e lo azzeccasse?
Inoltre, Sponsiano non sarebbe nemmeno l’unico imperatore/usurpatore noto solo attraverso un’emissione monetale: anche di Silbannaco, usurpatore del III sec. d.C. in Gallia, conosciamo l’esistenza solo grazie ad alcune monete.
Meno chiara è l’iconografia di stampo repubblicano sul rovescio.
Da alcuni riferimenti iconografici è evidente che si tratti solo dell’imitazione di un modello antico, ma la motivazione precisa di una tale scelta non è ancora certa.
Di più su Sponsiano, purtroppo, non si può dire per ora.
Gli studiosi hanno però proposto di datare le monete a un periodo successivo alle altre, durante il regno di Gallieno, negli anni ’60 del III sec.
Un periodo difficile che vede l’impero spaccarsi in tre, con l’impero delle Gallie a Occidente e il regno di Palmira a Oriente.
Proprio in questi anni, la fornitura di monete dal centro dell’impero a livello archeologico si interrompe. Inoltre, da un accenno di Eutropio sappiamo che parte della Dacia viene perduta in questo periodo, forse a causa di invasioni esterne.
A questo punto è possibile che la popolazione locale abbia preferito affidarsi a un regnante presente sul luogo, proprio come successo per l’Oriente e le Gallie.
Quanto al fatto che la Dacia sia poi abbandonata da Aureliano solo nel 271 o nel 275, ciò potrebbe essere spiegato con un’evacuazione di comune accordo col regime locale del quale Sponsiano sarebbe stato un esponente, ad ora l’unico conosciuto.
Anche se al momento questa tesi non è dimostrabile, è certamente plausibile e oltremodo affascinante.
L’autenticità di queste monete non cambia la Storia, come spesso piace dire, ma certo apre un’importante e unica finestra sulla Storia della Dacia romana e sul complicato III sec. d.C.
Bibliografia
AA. VV., Authenticating coins of the ‘Roman emperor’ Sponsian
Lettura consigliata
M. Cappelli 2021, Per un pugno di barbari