Anthony Kaldellis, nel suo “Hellenism in Byzantium“, riporta un aneddoto di Peter Charanis che deve stimolare una riflessione sui concetti di “romanità”, nonché di identità e di continuità nell’essere Romani.

Il passo, tradotto, dice questo:
“Continuità e cambiamento sono […] illustrate in una storia ricordata da Peter Charanis, nato nell’isola di Lemnos nel 1908 e più tardi professore di Storia bizantina alla Rutgers University.
‘Quando l’isola fu occupata dalla marina greca [nel 1912], soldati Greci furono inviati nei villaggi e si stanziarono nelle pubbliche piazze. Noi bambini corremmo per vedere come fossero fatti questi soldati greci, questi Elleni. ‘Cosa state guardando?’, chiese uno di loro. ‘Gli Elleni’, rispondemmo. ‘Non siete Elleni anche voi?’ ribatté lui. ‘No, siamo Romani.'”.
Ognuno ha giocato a volersi assicurare e appropriare della “romanità”, dimenticando volutamente come le cose siano andate…o a volersene disfare, in luogo di un diverso passato da esaltare, nel processo di creazione di una rinnovata identità (questo è il caso della Grecia tra il XIX e il XX secolo).
Il passo deve far riflettere anche su come usiamo noi stessi parole sbagliate con estrema facilità. Dalla tarda antichità, dire “Elleno” aveva un significato ben preciso, che non significava, o ormai non più, essere un abitante della Grecia.
Un sentimento di “nazionalismo greco” (mi perdonerete l’anacronismo) si sviluppò in parte negli ultimi decenni di vita dell’impero, ma solo a Mistrà, e più che altro nella mente di intellettuali come Pletone e Bessarione.
Sovrani come Costantino XI o gran parte della popolazione non avevano dubbi sul fatto di essere Romani a pieno titolo.
Poi, la domanda delle domande: persone come gli abitanti di Lemnos nel 1912, effettivamente, erano romane?
Risposta complessa. A livello strettamente formale e giuridico, forse no. Lo Stato romano era caduto ormai da cinque secoli, per cui non esisteva più nessuno che potesse vantare giuridicamente la cittadinanza romana.
Ma del resto, a livello giuridico erano stati semplicemente sudditi dell’Impero Ottomano prima, e del Regno di Grecia. Ma questo non li rendeva automaticamente Turchi o Greci.
La discendenza, l’identità e l’etnia sono elementi estremamente diversi dal semplice livello giuridico e formale.
Sotto gli Ottomani, le comunità di Romani non avevano probabilmente mai smesso di sentirsi, o meglio di essere, tali, né avevano smesso di essere considerate tali dai Turchi. Erano Romani, ma come comunità sotto un nuovo sovrano, sotto una nuova entità statale.
Il sultano non era anche, tra i vari titoli, “Cesare dei Romani” (qaysar-i Rum) solo per mera onoreficenza: governava anche sui Romani.
La risposta alla domanda, per cui, non può che essere: a livello etnico, gli abitanti di Lemnos del 1912 erano davvero romani.
A differenza di tutte quelle persone (specie in Italia, mi verrebbe da dire) che devono a tutti i costi sentirsi romane, quando non lo sono affatto.

Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)
A. Kaldellis 2011, Hellenism in Byzantium. The Transformations of Greek Identity and the Reception of the Classical Tradition
A. Kaldellis 2019, Romanland. Ethnicity and Empire in Byzantium
One thought on “Romani…nel 1912”