La Tabula Peutingeriana è l’unica mappa romana giunta fino ai nostri giorni.
In realtà, si tratta di una splendida copia di epoca medievale, che ci rivela la conoscenza che i Romani avevano del mondo.
Non si tratta di una cartina pieghevole, come ce l’aspetteremo noi oggi, bensì di un rotolo di 7 metri di lunghezza: ciò dimostra che fosse una cartina “da viaggio”, da srotolare in caso di necessità.
Inoltre, la mappa non mostra il territorio da un punto di vista fisico, ma anzi rilievi e foreste sono stilizzati e schematicamente accennati, mentre al contrario sono segnate con dovizia di particolari e dettagli tutte le strade, fiumi, stazioni di sosta, città, ecc.
Nell’osservare questa cartina si rimane di sicuro colpiti nel vedere la presenza dell’India e dell’isola dello Sri Lanka (Insula Taprobane). Per quanti riguarda questi esotici territori sorprenderà, inoltre, che per facilitare i viaggiatori, le distanze siano segnate in miglia indiane.
Sulla mappa si può notare una località chiamata SERA MAIOR, con molta probabilità ad indicare la Cina, o parte di questa.
La seta giungeva nell’impero romano via terra o via mare. La via marittima era di sicuro la più conveniente, sia perché si evitavano le zone controllate dai Parti prima e dai Sasanidi poi, sia perché si poteva trasportare una maggior quantità del prezioso materiale.
Secondo alcuni studiosi, si suppone che i Romani, alla fine del II secolo, cominciarono a commerciare con alcune isole del sud-est asiatico, e che nel 166 d.C. siano arrivati anche in Cina, dove un’esigua ambasceria romana (composta da semplici mercanti) venne accolta all’imperatore Huan-ti.

Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)
A. Angela 2010, Impero. Viaggio nell’Impero di Roma seguendo una moneta
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