Come regola generale, i bracciali erano usati dal gentil sesso per adornare entrambe le braccia.
Erano portati braccialetti ai polsi, e altro tipo di fasce sopra il gomito (queste erano solitamente associate a Venere).
Ne esistevano di vari tipi.
I bracciali più comuni avevano i terminali in forma di testa di serpente: ne è uno splendido esempio il bracciale in oro rinvenuto nella Casa del bracciale d’oro, a Pompei.

Già durante il periodo ellenistico, i bracciali prendono la forma di veri e propri serpenti, forse per via delle influenze artistiche e religiose provenienti dall’Egitto.
Infatti, tra le donne era molto in voga il culto della dea Iside.
I bracciali serpentiformi dovevano sempre esser portati esclusivamente in coppia, sugli avambracci.
Bisogna notare, tuttavia, come questi bracciali serpentiformi non fossero usati tutti i giorni. Erano destinati solo a usi cerimoniali e di rappresentanza.
Avevano anche una funzione di protezione, come un talismano.
Altri tipi di bracciali piuttosto comuni avevano una decorazione ad alveoli cavi.
Questo modello è costituito da una serie di calotte ovoidali o coppie di calotte semisferiche agganciate fra loro.
Questo modello, che ricorda quello degli orecchini a spicchio di sfera e delle armille a verga tonda, è del gusto tipico dell’oreficeria romana fra il I sec. a.C. e il I d.C.
Un gusto sobrio ed elegante che preferisce le superfici lisce a quelle granulate e filigranate del mondo etrusco ed ellenistico.
Nella moda romana, non erano adornate solo le braccia, ma anche le gambe.
In alcune iconografie, si notano i periskelides, fasce metalliche decorative indossate intorno alle cosce.
Erano indossati indistintamente da uomini e donne, sotto delle tuniche particolarmente trasparenti.
Anche questa usanza proviene dall’Oriente.
I periskelides somigliavano a piccole collanine, solitamente decorate col nodo di Ercole.
Con questo termine si indicavano anche le cavigliere femminili.
Queste erano utilizzate dalle donne particolarmente durante il sesso, poiché esaltavano la loro nudità.

Letture consigliate
Maria Lagogianni-Georgakarakos 2018, The Countless Aspects of Beauty in Ancient Art, in “Ancient Art. Exhibition Cataloque. National Archaeological Museum – Athens.”