Gli elmi dei legionari alto-imperiali (parte 2). Gli elmi imperiali italici (I sec. d.C. – fine II sec. d.C.).

Leggi anche Gli elmi dei legionari alto-imperiali (Parte 1). Gli elmi imperiali gallici (fine I sec. a.C. – inizi II sec. d.C.).

Tutti hanno presente la tipica forma dell’elmo del “classico” legionario romano: calotta emisferica con paranuca ampio e coprente (il tutto in un unico pezzo di metallo), paragnatidi sagomate e una sorta di “visiera” sul frontale dell’elmo.

La realtà è, naturalmente, ben più multiforme di così. Nella prima parte di questa rassegna degli elmi altoimperiali, abbiamo visto la prima grande famiglia degli elmi imperiali “gallici”, o tipo Weisenau.

Con questo articolo vedremo l’altra ampia categoria di elmi, i cosiddetti elmi imperiali “italici”, o tipo Niedermömter. Questi si distinguono dai gallici principalmente per la mancanza delle “sopracciglia” decorative, onnipresenti nella prima categoria, nonché per alcuni dettagli costruttivi diversi. Tra tutti, la parte apicale dedicata al posizionamento di creste e cimieri: se sugli imperiali gallici è tipicamente una piastra di metallo lasciata rialzata, non a contatto con la calotta dell’elmo , nella sua parte centrale (questo almeno fino al tipo H), sugli elmi imperiali italici è ben più tipica una piastra di forma circolare sulla sommità della calotta.

Come gli imperiali gallici, anche gli elmi imperiali italici derivano in origine da modelli celtici, in particolare i tipi rinvenuti ad Agen e Port.

helmets

Elmi imperiali italici

Imperiale italico A

Conosciuto solo attraverso due esemplari rinvenuti ad Ercolano, in relazione agli strati relativi all’eruzione del Vesuvio, databili quindi sicuramente entro il 79 d.C.; H. Russell Robinson, nella sua originaria classificazione degli elmi imperiali, li ritenne appartenenti a vigiles presenti in città.

I due esemplari rinvenuti erano completamente in bronzo. Le linee della parte posteriore della calotta non seguono molto la forma del cranio, cadendo in linea verticale verso il basso; in fondo, la lastra di metallo è piegata a 90°, a formare un piccolo paranuca. La calotta presenta una curvatura all’altezza delle orecchie, nonché una visiera appena accennata.

La caratteristica più interessante di questa categoria sono senza dubbio le decorazioni della calotta, a V rovesciata, che richiamano a una tradizione mediterranea.

Da notare anche i ganci lungo l’asse longitudinale della calotta e, soprattutto, la piastra apicale per la cresta, di forma circolare: una caratteristica tipica degli elmi imperiali italici.

Elmo imperiale italico A, da Pompei

Imperiale italico B

Un elmo in ferro, decisamente scarno a livello decorativo, che più del modello precedente si conforma a tutte le caratteristiche tipiche degli imperiali italici successivi.

La forma della calotta segue maggiormente le linee del cranio, il paranuca si allarga, pur rimanendo circa a 90° rispetto alla calotta, e gli spazi lasciati per le orecchie si arricchiscono di una protezione che sporge in fuori, ricavata direttamente dalla calotta stessa. Da notare inoltre la fascia decorativa frontale e una prima borchia decorativa sui paragnatidi.

In base ai confronti con gli imperiali gallici D ed E, Russell Robinson propose una datazione tra il 25 e il 50 d.C.

Imperiale italico C

Gli elmi di questa categoria sono tutti in bronzo. Rispetto al tipo B, presentano un paranuca ancora più largo, sempre orientato circa a 90° rispetto alla calotta. Anche questi presentano la protezione sporgente per le orecchie ricavata direttamente dalla calotta, nonché la piastra apicale circolare e ganci atti a fissare creste e cimieri.

Anche la datazione di questa categoria è relativamente sicura: gli esemplari citati negli studi di Russl Robinson furono rinvenuti nel Po, presso Cremona, e poterono quindi essere collegati alla guerra civile del 69 d.C. (il celebre “anno dei quattro imperatori”).

Imperiale italico D

Forse la categoria di elmi più belli e appariscenti tra tutti gli elmi imperiali, gli imperiali italici D sono caratterizzati particolarmente dall’ampio apparato decorativo (il che non li rende affatto elmi “cerimoniali”, poiché alcuni esemplari presentano segni da uso in combattimento). Sia sulla calotta che sulle paragnatidi, questi elmi presentano infatti applicate delle decorazioni in lega di rame.

Quattro ampie bande dividono la calotta in altrettanti quadranti, a loro volta ornati da placche decorative. Le paragnatidi presentano anch’esse placche decorative, che tipicamente rappresentano una sorta di tempietto.

Negli imperiali italici D, la protezione per le orecchie è applicata alla calotta, e l’ampio paranuca maggiormente angolato verso il basso rispetto agli esempi precedenti. Sono inoltre gli elmi che per primi nella categoria degli imperiali italici presentano, sul paranuca, una sorta di maniglia.

In riferimento al fatto che un esemplare di questa categoria fu rinvenuto nel fiume Reno, presso Magonza, in corrispondenza dell’antico punto di attraversamento del fiume, Russell Robinson propose una datazione entro l’83 d.C., anno in cui l’attraversamento del fiume fu reso più sicuro dalla costruzione di un ponte. Dovendo i legionari spostarsi da una sponda all’altra tramite imbarcazioni, si può immaginare che a uno di questi cadde l’elmo in acqua durante l’attraversamento.

Questa circostanza renderebbe gli elmi imperiali italici D coevi agli elmi imperiali gallici I (della cui categoria fu rinvenuto un esemplare nel Reno sempre presso Magonza, portando a sospettare una perdita da parte di un legionario come per il caso sopra descritto), anche se la datazione degli imperiali italici D, così come degli imperiali italici E, è stata recentemente oggetto di discussione: alcuni studiosi propongono infatti una datazione più tarda (vedi “Imperiale italico E”).

Imperiale italico E

Questa categoria è del tutto comparabile alla precedente per morfologia dell’elmo, particolarmente la forma ben emisferica della calotta, le protezioni per le orecchie applicate e il paranuca angolato verso il basso. L’unico reperto appartenente alla categoria, rinvenuto nel forte di Hofheim, manca di ogni decorazione, secondo Russell Robinson perduta prima del momento di deposizione o smarrimento in antico, essendo l’elmo molto usato, e dallo stesso Russell Robinson fu datato entro il 100 d.C.

Alcuni studiosi, tuttavia, hanno fatto notare che il forte non fu abbandonato probabilmente prima del 120-125 d.C. (oltre ad alcune caratteristiche che rendono questi elmi simili a esempi databili intorno al 130 d.C., come il tipo “Hebron”), mettendo in discussione sia la datazione degli imperiali italici E che degli imperiali italici D.

imperiale italico E
Resa grafica dell’elmo imperiale italico E (da “Roman Helmets”).

Imperiale italico F

Categoria rappresentata da un altro elmo di ferro rinvenuto nel Reno presso Magonza, sfortunatamente andato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’elmo, seppur ascrivibile alla categoria degli elmi imperiali italici, di per sé era mancante di quasi tutte le caratteristiche tipiche degli imperiali italici, compreso il paranuca in stato frammentario, in quanto già estremamente corroso.

imperiale italico F
Resa grafica dell’elmo imperiale italico F (da “Roman Helmets”).

Imperiale italico G

Conosciuto anche come tipo “Hebron” per il suo luogo di rinvenimento in Israele, presenta alcune somiglianze formali con i precedenti tipi D ed E.

La calotta è divisa in quadranti da una croce metallica in ferro (che ha impedito l’applicazione della tipica piastra apicale circolare); ogni quadrante è decorato da una semilunetta in lega di rame. Presentano decorazioni anche la visiera e la fascia frontale, entrambe in lega di rame. A differenza del tipo D, che presentava fasce meramente decorative, i bracci della croce metallica sulla calotta del tipo G hanno una funzione più meramente pratica, andando infatti a rinforzare la struttura dell’elmo.

Le protezioni per le orecchie sono applicate, come i modelli precedenti, e si sono fatte più larghe. Similmente è diventato più ampio e angolato anche il paranuca, ora caratterizzato anche da tre linee piuttosto profonde eseguite a sbalzo.

L’elmo è probabilmente databile agli anni ’30 del II sec. d.C., in relazione ai fatti militari della rivolta di Bar-Kokhba (132-135), scoppiata durante il regno dell’imperatore Adriano.

Imperiale italico H

Questa categoria è rappresentata dall’elmo di Niedermömter, che dà il nome alternativo all’intera categoria degli elmi imperiali italici.

Presenta infatti tutte le caratteristiche principali tipiche degli elmi imperiali italici, almeno a partire dal tipo D: calotta ben emisferica, divisa in quadranti da fasce metalliche (in questo caso decorative), con i quadranti decorati da piastre decorative in lega di rame; un ampio paranuca angolato verso il basso, decorato a sua volta, e recante un gancio o maniglia; protezioni per le orecchie applicate e molto sporgenti; visiera frontale in lega di rame riccamente decorata; piastra apicale circolare sulla sommità della calotta.

Russell Robinson attribuì all’elmo di Niedermömter una datazione piuttosto avanzata, tra la fine del II sec. d.C. e l’inizio del III sec. d.C.

Questo ultimo elmo presenta, in nuce, tutte le caratteristiche che saranno poi tipiche, e finanche esasperate, degli elmi tipici della prima metà del III sec., come i tipi Niederbieber e Heddernheim.

cascarino

Bibliografia essenziale

Cascarino G. 2008, L’esercito romano. Armamento e organizzazione. Vol.II: da Augusto ai Severi

Cascarino G. 2018, Gli elmi dei Romani. Dalle origini alla fine dell’Impero d’Occidente

D’Amato R., Sumner G. 2009, Arms and Armour of the Imperial Roman Soldier. From Marius to Commodus, 112 BC – AD 192

Robinson H. R. 1975, Armour of the Imperial Rome

Travis H. & J. 2014, Roman helmets

Repliche di Res Bellica utilizzate per questo articolo

Elmo imperiale italico B

Elmo imperiale italico C

Elmo imperiale italico D

Elmo imperiale italico G

Elmo imperiale italico G – Theilenhofen

Elmo imperiale italico H – tipo Niedermömter


3 thoughts on “Gli elmi dei legionari alto-imperiali (parte 2). Gli elmi imperiali italici (I sec. d.C. – fine II sec. d.C.).

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