
Se c’è un elmo che è ormai entrato nell’immaginario collettivo come l’elmo per antonomasia del legionario romano, questo è di sicuro l’elmo cosiddetto “imperiale”, costituito da una calotta con ampio paranuca in un unico pezzo di metallo, paragnatidi sagomate e una sorta di “visiera” di rinforzo fissata alla parte frontale.
Tuttavia, non tutti conoscono l’ampia differenziazione tipologica degli elmi di questa famiglia, che consta di circa una ventina di modelli che, pur condividendo le stesse caratteristiche di base, sono piuttosto differenziati tra loro, mostrando non solo l’evoluzione tipologica di questi elmi, ma quanto fosse presente un ampio margine di diversificazione dell’equipaggiamento nell’esercito romano del periodo, erroneamente spesso immaginato come dotato di uniformi o di equipaggiamenti tutti identici.
Elmi imperiali “gallici” e “italici”: le differenze
Una prima, sommaria differenziazione degli elmi imperiali è quella tra elmi imperiali “gallici” e “italici“, secondo la tipologia ideata da H. Russel Robinson, basata su criteri stilistici e formali che, secondo lo studioso, indicano la probabile area di manifattura dei pezzi. Gli elmi imperiali gallici e italici sono rispettivamente conosciuti anche come elmi di tipo “Weisenau” e “Niedermömter”, dal nome degli originari luoghi di rinvenimento dei primi esemplari.
La basilare differenza tra le due categorie di elmi è più che altro stilistica: gli elmi imperiali gallici recano infatti, sulla parte frontale, due decorazioni sbalzate simili a sopracciglia, che invece negli elmi imperiali italici sono del tutto assenti. Tale caratteristica deriverebbe dall’antenato degli elmi imperiali gallici, l’elmo di Port, datato al I sec. a.C.: un elmo celtico in uso anche presso i Romani che, ai nostri occhi abituati all’immagine stereotipata del legionario romano, ha un immediato aspetto “tipicamente” romano.
In questo primo articolo verranno esplorati gli elmi imperiali gallici, mentre gli elmi imperiali italici sono passati in rassegna nella seconda parte.
Elmi imperiali gallici
Imperiale gallico A
Databile al primo periodo augusteo, questo elmo appare come una diretta evoluzione del tipo Port: completamente di ferro, rispetto al predecessore mostra una curva piuttosto marcata in corrispondenza delle orecchie, prima del tutto assente, e una “visiera”.
Imperiale gallico B
Sempre di periodo augusteo, l’imperiale gallico B mostra una calotta più tondeggiante del tipo A e i “fori” per le orecchie presentano una leggera estensione metallica verso l’esterno, che garantisce maggior protezione. Inoltre, il paranuca non è dritto ma inizia a essere leggermente inclinato verso il basso. È difficile stabilire se questo elmo mancasse del tutto della visiera di rinforzo frontale, in quanto nel reperto di riferimento era del tutto assente ma erano presenti fori che potrebbero essere serviti al suo attacco.
Imperiale gallico C
Simile al tipo B per le forme tondeggianti, differisce dal precedente per la mancanza di protezione per le orecchie e per le decorazioni frontali maggiormente elaborate. Inoltre il paranuca, che continua a essere inclinato verso il basso come nel tipo B, è più ampio, garantendo una maggiore protezione. Anche in questo caso, nel reperto originale mancava la visiera frontale di rinforzo, il però non esclude che fosse originariamente presente.
Imperiale gallico D
Non esistono attualmente reperti di questo elmo, in quanto l’unico originale è andato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale e se ne conservano solo frammenti, fotografie e disegni. Estremamente simile al tipo C, è molto più decorato di quest’ultimo (anche i rivetti bronzei presentano decorazioni argentee intorno, e di smalto rosso nella parte interna) e presenta un supporto quadrangolare per una cresta sulla sommità, ma nessun anello lungo l’asse fronte-nuca, il che potrebbe indicare che il supporto sommitale dovesse ospitare una crista transversa, segno distintivo dei centurioni del periodo. La caratteristica che maggiormente lo differenzia dal tipo C è comunque la presenza di ampie protezioni per le orecchie, in metallo, che da questo momento in poi andranno a essere sempre più ampie.
Imperiale gallico E
Simile al D nella forma, si differenzia da questo principalmente per via del paranuca più ampio e delle protezioni per le orecchie piuttosto ampie (in un esemplare, queste erano di bronzo).

Imperiale gallico F
L’imperiale gallico F si data al primo quarto del I sec. d.C., ed essenzialmente condivide le caratteristiche formali dei tipo D e E. Tuttavia, risulta molto meno decorato e di più semplice manifattura. Inoltre, le “sopracciglia” decorative appaiono decisamente semplificate, e il paranuca è meno ampio che nel tipo E.
L’imperiale gallico F esiste in alcune varianti, tra loro diverse sia per la presenza di diversi sistemi di fissaggio delle creste, che per la presenza o meno di rivetti e bande decorative o di rinforzo in bronzo.
Imperiale gallico G
L’elmo imperiale gallico G, datato alla metà del I sec. d.C., ha tutte le principali caratteristiche degli elmi imperiali gallici: calotta emisferica, decorazioni a sbalzo frontali a forma di ampie “sopracciglia” foliate, ampie protezioni per le orecchie e un paranuca piuttosto largo, leggermente inclinato verso il basso. L’imperiale italico G possiede inoltre rivetti e borchiette decorative, così come bordature aggiuntive, in bronzo.
Imperiale gallico H
Una variante dell’imperiale gallico G. Coevo al tipo G, il tipo H ne risulterebbe quasi completamente identico, se non fosse per l’angolazione del paranuca, più pronunciata rispetto al tipo G.
Imperiale gallico I
Variante dell’elmo imperiale gallico H, con la peculiarità di essere completamente di bronzo e con un foro sommitale per ospitare un portacimiero, oltre che due tubetti laterali atti all’inserimento di penne decorative. L’esemplare originale utilizzato da Russel Robinson per la sua tipologia, rivenuto nel Reno presso Magonza (in tedesco Mainz, l’antica Mogunticaum) può essere datato piuttosto precisamente tra 71 e 86 d.C.: l’elmo portava infatti inciso il nome del suo proprietario, “L. Lucretius Celeris”, un membro della legio I Adiutrix, che in quel periodo era stanziata proprio a Moguntiacum, e che probabilmente perdette l’elmo durante una traversata del fiume via barca (quindi forse prima dell’83, quando furono finalmente realizzati dei ponti per l’attraversamento).
Imperiale gallico J
Conosciuto solo attraverso un esemplare rinvenuto a Brigetio in Ungheria, si data probabilmente nel periodo 100-125. La differenza maggiore rispetto ai tipi G, H e I sta nel paranuca, decisamente più ampio e angolato verso il basso rispetto a quello dei suoi predecessori.
Imperiale gallico K
Anche se lo fa rientrare nella categoria degli imperiali gallici, Russel Robinson considera quest’ultimo tipo un modello transizionale tra l’imperiale gallico J e l’imperiale italico G. Del primo condivide le forme, anche se il paranuca risulta molto più tondeggiante, mentre col secondo condivide le decorazioni a mezzaluna sulla calotta (ma non la croce metallica di rinforzo sulla sommità della stessa).

Bibliografia essenziale
Cascarino G. 2008, L’esercito romano. Armamento e organizzazione. Vol.II: da Augusto ai Severi
Cascarino G. 2018, Gli elmi dei Romani. Dalle origini alla fine dell’Impero d’Occidente
Robinson H. R. 1975, Armour of the Imperial Rome
Travis H. & J. 2014, Roman helmets
Repliche di Res Bellica utilizzate in questo articolo
Elmo imperiale gallico C variante Sisak
Elmo imperiale gallico F – variante Nijmegen
Elmo imperiale gallico F – variante Besançon
Elmo imperiale gallico F – variante Sisak
Elmo imperiale gallico I – var. Magonza
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