Durante l’ultima parte dell’XI secolo, la situazione militare dell’esercito romano è disperata.
Le leggi promulgate per limitare il potere dei magnati e dell’aristocrazia militare rurale da parte dei governi di Costantinopoli mettono fine, di fatto, al sistema tematico.
Gli eserciti sono sempre più composti solo dalle forze professioniste a diretta disposizione dell’imperatore (i tagma) e forze mercenarie.
Questo porta a colpi devastanti da parte di nuovi e potenti nemici esterni.
Le tremende disfatte del 1071 a Manzikert e del 1081 a Durazzo sono due segni molto tangibili della crisi e della difficoltà dell’impero.
Proprio a colui che viene sconfitto e quasi ucciso a Durazzo, Alessio Comneno, si deve però la spinta alla riforma, per tornare ad avere un esercito efficiente.
Le basi da cui partire sono quelle di cui sopra, ma c’è un certo margine di manovra per salvare il salvabile e rimettere insieme un esercito.
Anche se il sistema tematico è ormai irrecuperabile, si riesce ancora a reintrodurre, in qualche misura, un reclutamento su base territoriale, che però non avrà mai un grande effetto.
Si stabiliscono piuttosto dei reggimenti professionali (tagma, proprio come i reggimenti di guardie), più piccoli dei precedenti eserciti provinciali, stanziati in alcuni specifici territori.

Continua anche l’uso, come sempre, di alleati e di mercenari.
Ma la riforma forse più importante introdotta dai Comneni è la militarizzazione dell’istituto della pronoia.
La pronoia consiste, in poche parole, nella concessione a vita a personaggi con particolari meriti, nominati dall’imperatore (tanto cittadini romani quanto stranieri), di appezzamenti di terreno da amministrare, dai quali colui che riceve la terra incamera la maggior parte delle tasse e gli altri introiti derivanti del terreno. La pronoia poteva anche venire concessa, oltre che a singoli, a gruppi di persone.
Inizialmente, la pronoia non aveva di per sé alcun carattere militare, ma i Comneni ne intuiscono la potenzialità.
Alla concessione della pronoia, infatti, si associa anche l’obbligo di presentarsi in armi e con un cavallo per l’eventuale campagna militare, se possibile con le truppe che si possono raccogliere dal proprio appezzamento di terra.
Questo insieme di riforme, che si stratificano e si solidificano nel corso dell’XI secolo, daranno modo all’impero romano di poter nuovamente resistere ai colpi dall’esterno – oltre alla sempre più raffinata abilità di far uso di alleati esterni per impegnare o sconfiggere i nemici.
Leggi anche Gli ultimi eserciti romani (XIII-XV sec.). Dalla Quarta Crociata alla fine dell’impero
Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)
M.C.Bartusis 1992, The Late Byzantine Army. Arms and Society, 1204-1453
I. Heath 1995, Byzantine Armies AD 1118-1461