Che il legionario romano della tarda antichità avesse un equipaggiamento di cattiva qualità – e che, quasi di conseguenza, fosse intrinsecamente un soldato inferiore ai suoi predecessori -, è un luogo comune duro a morire.
Tuttavia, è sufficiente nulla più che rapida e superficiale occhiata per rendersi conto che non è così.
Il video che vi presento, realizzato in collaborazione con Res Bellica e nel quale parlo in qualità di membro del mio gruppo di associazione storica, Numerus Italorum, è un’introduzione al tema dell’armamento del legionario tardoantico, con una particolare attenzione alla figura del fante pesante.
Quest’ultimo, nella tarda antichità, continua a rimanere il nerbo degli eserciti imperiali.
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Alcune precisazioni, rispetto a quanto illustrato nel video:
-la manica era probabilmente utilizzata anche dai soldati di fanteria più pesantemente corazzati, ma era soprattutto parte dell’equipaggiamento di catafratti e clibanari.
-le pterugi erano sicuramente ancora utilizzate, ma è assai probabile che nel IV secolo fossero appannaggio degli ufficiali. Vediamo invece un apparente ritorno delle pterugi nei ranghi delle truppe nel VI-VII secolo.
-lo spiculum, oltre a essere un’arma da getto, era anche una versatile arma da mischia. Oltre che in mano ai lanciarii, dobbiamo soprattutto immaginarla nelle mani delle unità degli auxilia palatina, che fungevano tanto da fanteria pesante che leggera.
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