Recensione: “Gli inganni di Pandora” di Eva Cantarella

Titolo: “Gli inganni di Pandora. L’origine della discriminazione di genere nella Grecia Antica”

Autore: Eva Cantarella

Anno di pubblicazione: 2019

Editore: Universale Economica Feltrinelli

“L’argomento al quale sono dedicate le pagine che seguono impone una premessa. Il loro obiettivo è infatti la ricerca, a partire dalle fonti greche, del momento nel quale l’individuazione di una “differenza” tra il genere maschile e quello femminile è stata tradotta nell’idea di un’inferiorità delle donne, immediatamente seguita da ineluttabili, pesanti discriminazioni. E a questo scopo la ricerca ha preso le mosse, com’era inevitabile, dalle informazioni tratte dai racconti mitici, per concentrarsi poi su quelle contenute nelle opere di autori il cui pensiero è stato particolarmente significativo in materia, vale a dire quello dei medici le cui opere sono raccolte nel Corpus Hippocraticum, seguito da quello dei filosofi.

Come è subito evidente, dunque (e come il sottotitolo chiarisce), il libro non pretende di delineare la storia della differenza di genere. Si propone solo di illuminare alcuni momenti, per mettere in luce come l’identità personale fosse legata all’appartenenza sessuale intesa in senso naturalistico fosse ben radicata sin dalle origini della civiltà greca. E come essa sia stata fin dall’origini, la giustificazione di una serie di pesanti, inquietanti discriminazioni, di alcune delle quali ancora sentiamo le conseguenze: una conferma ulteriore, se ce ne fosse bisogno, che anche in questo settore la nostra cultura affonda le radici nel mondo dei Greci, ai quali per capire il nostro presente dobbiamo di necessità tornare: ma a volte, come in questo caso, per una ragione diversa da quella per la quale lo facciamo abitualmente”.

Questa è la premessa col quale inizia il piccolo, ma affascinante, libro di Eva Cantarella, forse uno dei suoi lavori migliori. L’autrice ha insegnato Diritto Romano e Greco presso l’università di Milano, e non è la prima volta che nei suoi scritti affronta il mondo femminile dell’antichità, analizzandone non solo la sfera giuridica, ma anche la quotidianità, e la sessualità.

In questo volume di appena ottantacinque pagine, l’autrice ci accompagna in un viaggio indietro del tempo, all’origine della discriminazione di genere nella Grecia Antica. Per farlo, ella si affida alle parole degli antichi stessi, ai racconti mitici, ai trattati di medicina, ai scritti di filosofi e commediografi.

Il libro, come accenna anche il titolo, muove i primi passi proprio dal mito di Pandora, la prima donna, creata dagli Dei per punire gli uomini per il crimine commesso da Prometeo. Ella dunque non partecipa della stessa natura degli uomini, ma è un essere artificiale, creato ex novo da Efesto. Come ben esplicita Esiodo nella Teogonia, e come la stessa etimologia del nome Pandora suggerisce, ciascuno degli Dei le aveva fatto un dono: Afrodite, quello del bel aspetto; Ermes, quello di un’indole ambigua, un cuore pieno di menzogne, e discorsi ingannatori; ecc. Il risultato era un “male così bello”, come dice lo stesso Esiodo, da renderla inevitabilmente “un inganno al quale non si sfugge”. L’autore greco, inoltre, afferma che gli uomini avevano cominciato a conoscere l’infelicità da quando Pandora era giunta sulla terra.

Una lettura consigliata a tutti coloro che hanno voglia di addentrarsi nella mente e nei pensieri dei Greci di secoli e secoli fa, e scorgere quanto di quel passato poi così lontano.

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