Anche se spesso ce ne dimentichiamo e tendiamo ad associare i Romani all’Italia, in realtà l’Urbe ha speso molti secoli a sottomettere e incorporare nel suo Stato i vari territori e popoli.
In questo senso non fanno eccezione la Liguria e le varie popolazioni liguri che la abitano, sottomesse da Roma solo dopo diverse guerre nel corso del II sec. a.C. – delle quali senz’altro parleremo in futuro.
La Liguria è una terra aspra, che offre molto poco ai soldati, ma che proprio per questo è considerata ottima per forgiare ottimi e tenaci soldati.
Lo spiega bene Tito Livio (XXXIX, 1), nella sua narrazione della conquista del territorio ligure.
Contrapponendo la Liguria all’Asia (più adatta ad arricchire gli eserciti che a temprarli), dice:
“Era qui [in Liguria] un nemico che pareva nato apposta per mantenere i soldati in allenamento militare durante i periodi di intervallo fra le grandi guerre, e non c’era provincia che stimolasse di più i soldati ad atti di valore […].

In Liguria c’era tutto quello che può tenere dei soldati in stato d’allarme: luoghi montuosi e difficili, che davano già da fare a occuparli, e a scacciarne i nemici quando erano già occupati; sentieri duri e stretti, pericolosi per le possibili insidie, un nemico celere e spedito nei movimenti che ti arrivava all’improvviso e non lasciava un momento di tregua, non un luogo sicuro e tranquillo; la necessità di espugnare posizioni fortificate che portava con sé disagi e pericoli insieme, e poi una regione povera che costringeva i soldati a una vita sobria, e ben poco offriva di preda.
Sicché non si vedevano al seguito vivandieri, e lunghe file di giumenti non si accodavano alle colonne di marcia.
Insomma non c’erano che armi, e uomini che tutto speravano dalle armi.”
Nonostante l’asprezza del territorio e delle sue genti, che usualmente non combattono in campo aperto contro i legionari, i Romani nel corso del II sec. a.C. riusciranno a conquistare il territorio ligure (o a far entrare nella loro orbita quelle popolazioni che non avevano interesse alla guerra).
Una delle poche serie sconfitte subite da Roma avviene nel 186 a.C. per mano dei Liguri Apuani, che riusciranno a infliggere una sonora batosta ai Romani in un luogo poi chiamato “Saltus Marcius” (una località ancora oggi non chiaramente identificata): un poco onorevole ricordo del console ivi sconfitto, Quinto Marcio Filippo.
Fonti
Tito Livio, Ab Urbe condita
Gallica Parma, La panoplia del guerriero Ligure Orientale tra III e II secolo a.C., consultato ultima volta 13.05.2023