Cavalli “famosi”. I destrieri di Belisario ed Eraclio

Nel corso della Storia, alcuni famosi condottieri sono associati a ormai altrettanto celebri cavalcature: basti citare la coppia indissolubile Alessandro il Grande-Bucefalo, o uno dei più noti cavalli di Napoleone, Marengo.

La Storia romana non sembra offrire esempi del genere – se escludiamo il cavallo favorito dell’imperatore Caligola, Incitatus, che secondo alcune esagerazioni degli autori antichi avrebbe rischiato di essere fatto console dal suo proprietario.

Tuttavia, almeno due cavalli di due celebri comandanti romani, pur non essendo famosi quanto i loro cavalieri, sono ricordati nelle fonti antiche.

Uno è il cavallo di Belisario, del quale non conosciamo il nome, che sfortunatamente è ricordato solo perché ne ha quasi causato la morte. Non tanto per suoi comportamenti, ma solo per il suo particolare aspetto.

Durante una battaglia alle porte di Roma nel 537, infatti, Belisario è riconosciuto dagli Ostrogoti e viene facilmente preso di mira da colpi e dardi proprio per via della particolare colorazione del suo cavallo.
A dispetto del resto del corpo, del quale non sappiamo la colorazione precisa, il cavallo di Belisario ha il muso completamente bianco – una caratteristica oggi nota come “bella faccia”.

Secondo Procopio di Cesarea, i Goti definiscono un cavallo di questo tipo 𝘣𝘢𝘭𝘢𝘯, mentre in greco è detto 𝘱𝘩𝘢𝘭𝘪𝘰𝘯.

Nonostante questa colorazione lo renda un facile bersaglio, lo sfortunato cavallo riuscirà poi a riportare sano e salvo Belisario di nuovo a Roma.

Leggi anche L’eroismo di Belisario. La battaglia di Roma (537)

Un secondo cavallo da guerra ricordato dalle fonti è la cavalcatura dell’imperatore Eraclio, un roano di nome Dorkon (“Antilope” o “Gazzella”).

Eraclio monta Dorkon alla battaglia di Ninive del 627. In sella a Dorkon abbatte tre campioni persiani in duello, per poi combattere durante lo scontro vero e proprio.

Come riporta Teofane Confessore, Dorkon viene ferito a una coscia da una lancia, e riceve parecchi colpi di spada sul muso.
Ma questi ultimi non hanno effetto, grazie alla robusta armatura che protegge muso, collo e parte frontale del corpo – un’armatura, come ricorda la fonte, fatta di materiale organico (cuoio o, più probabilmente, tessuto).

Leggi anche Campione dell’impero. Eraclio alla battaglia di Ninive (627)

A sinistra, Eraclio su Dorkon, a destra cavaliere pesante coevo. Illustrazione di Andrey Negin per “Roman Heavy Cavalry (2)” di Andrey Negin e Raffaele D’Amato.

Letture consigliate (clicca i link qui sotto per acquistare la tua copia del libro)

A. Negyn, R. D’Amato 2020, Roman Heavy Cavalry (2): AD 500-1453


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