Durante il periodo tra la Repubblica e l’alto Impero, la donna aveva, per legge, il dovere (o meglio, l’obbligo) di baciare il marito ogni giorno sulle labbra. Quest’obbligo si estendeva, inoltre, a tutti i parenti di sesso maschile (suoi e del marito), fino ai cugini di secondo grado.
Affettuosi questi Romani, direte voi. Ma la realtà è decisamente diversa.
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Questa bizzarra pratica ha origini molto antiche: si faceva risalire addirittura allo stesso Romolo, e continuò fino al tempo dell’imperatore Tiberio, che la fece abolire – almeno durante le cerimonie pubbliche, per il timore di contagi di herpes e malattie.
Lo scopo di questa usanza era quello di verificare se la donna avesse o meno bevuto del vino. Infatti, i Romani credevano che se una donna avesse ecceduto nel bere, sarebbe stata più facilmente soggetta a cadere in tentazioni carnali, e di conseguenza più incline a commettere adulterio.
Esisteva inoltre un’altra antichissima legge, che proibiva al gentil sesso di bere vino. Nel caso in cui ciò fosse accaduto, il marito aveva addirittura il diritto di uccidere la moglie! Di solito, la malcapitata veniva segregata nelle sue stanze senza cibo né acqua.
Ovviamente, prima di prendere tali eccessive contromisure, serviva il “riscontro del misfatto” anche da parte dei parenti del marito.
Letture consigliate
A. Angela 2016, Una giornata nell’antica Roma
A. Angela 2016, Amore e sesso nell’antica Roma
F. Cenerini 2013, La donna romana
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