Approfondimento dell’articolo Bisanzio non esiste. Quattro motivi per smettere di chiamare “bizantini” i Romani durante il medioevo.
Alla fine del XIV secolo, la situazione dell’impero romano era veramente disperata.
Per contrastare i nemici (in particolare gli Ottomani), l’unico vero sbocco era chiedere aiuto alle potenze straniere, anche quelle con cui l’impero era continuamente in conflitto.
Gli interlocutori più ricercati erano in particolare il papa, Venezia, le monarchie di Francia, Inghilterra e Aragona.
L’imperatore Manuele II Paleologo, forse uno dei più grandi rappresentanti della sua casata, decise alla fine del 1399 di compiere un viaggio in Occidente per chiedere personalmente aiuto alle potenze europee, tentando di smuovere gli animi dei Latini relativamente alla causa imperiale.
Dopo aver passato Venezia e Parigi, Manuele II arrivò a Londra.
Qui, oltre a essere accolto con grandissimi onori, provocò sentimenti malinconici, ben evocati dalle parole del cronachista Adam di Usk.
Parole che, ancora una volta, dimostrano chiaramente come anche tra i contemporanei occidentali, che pure ormai sempre più spesso chiamavano i Romani “Greci”, non esistesse il concetto di “Bisanzio”.
Sapevano benissimo di avere a che fare con quanto rimaneva dell’impero romano.
Queste le parole del cronachista:
“Io pensavo nel mio cuore quanto era crudele il fatto che questo grande principe cristiano fosse costretto dalla minaccia degli infedeli a partire dal lontano Oriente per visitare le lontane isole dell’Occidente alla ricerca di aiuto contro gli infedeli.
Mio Dio! Dove sei tu, antica gloria di Roma? Distrutta è oggi la grandezza del tuo impero e si possono veramente applicare le parole di Geremia: ‘Quella che era una principessa tra i pagani e una regina tra le nazioni, ora deve servire.’
Chi avrebbe mai creduto che tu saresti caduta in tale miseria da non possedere, dopo aver una volta governato tutto il mondo dal tuo nobile trono, nemmeno il potere sufficiente per aiutare la fede cristiana?”

Bibliografia
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