Il fidanzamento nella Roma antica

Approfondimento all’articolo Il matrimonio nella Roma antica.

Nella Roma antica, il matrimonio era preceduto dagli sponsalia, ossia il fidanzamento.

In età arcaica, gli sponsalia erano una cerimonia sacra, durante la quale i fidanzati compivano libagioni in favore delle divinità e sacrifici per ottenere i responsi degli aruspici.

Al pari del matrimonio, il fidanzamento era una sorta di contratto tra due famiglie, che prevedeva il rispetto di un obbligo formale: appunto, sposarsi.

Ciò è insito nel nome. Il termine sponsalia deriva infatti sponsio, ovvero “promessa”, “impegno”.
La sponsio era un tipo di contratto orale (usato anche in altri contesti), che consisteva nel chiedere di onorare una promessa.

A far la domanda era lo stipulator, mentre chi la riceveva era lo sponsor.

A stipulare l’accordo non erano i futuri sposi, ma i loro padri.
Raramente accadeva anche che si mettessero d’accordo i futuri genero e suocero. Ad ogni modo, la ragazza non aveva alcuna voce in capitolo.

Era fondamentale che si usasse esattamente lo stesso verbo nella domanda e nella risposta, che suonavano così:
Filiam tuam uxorem filio meo dari spondes?” [Prometti di dare tua figlia in moglie a mio figlio?]
Spondeo!” [Prometto!]

In seguito, si invocava la protezione delle divinità, con formule del tipo:
Di bene vortant!” [Che gli déi vogliano!]
alla quale cui si rispondeva con
Ita di faxint!” [Così gli déi facciano!] o “Di fortunabunt vostra consilia!” [Gli dèi favoriscano i vostri propositi!]

Nell’età imperiale, tutta questa solennità e formalità andarono perdendosi.

Il tutto venne sostituito da lettere o “ambasciatori”, ed era inoltre diventato usuale chiedere anche la volontà dei futuri coniugi al fidanzamento.
Ovviamente, questi ultimi in realtà non potevano opporsi. Tuttavia, secondo il giurista Ulpiano, una ragazza poteva opporsi al fidanzamento, ma solo se il futuro sposo era deforme o una persona indegna.

Solitamente, il fidanzamento avveniva all’età di sette anni.

Durante questo giorno, dopo i dovuti auspici e sacrifici, in presenza di testimoni, ci si scambiava dei doni. A riceverli era soprattutto la futura sposa.

Il momento culminante avveniva quando il fidanzato infilava l’anello al dito della fanciulla. Questo era l’anulus pronubus. Un semplice cerchietto di ferro in origine, a partire dal II secolo d.C. divenne d’oro.
Il dito dell’anello era, come per noi, l’anulare (anularis), perché i Romani ritenevano che proprio da lì partisse un sottile nervo che collegava il dito al cuore.

Se durante i riti i due giovani si scambiavano un bacio, la cerimonia prendeva il nome di osculo interveniente: in tal caso, se il futuro sposo fosse morto prematuramente, la ragazza avrebbe avuto diritto a metà della donazione fatta dal fidanzato.

Alla fine della cerimonia, si teneva un banchetto offerto dal padre della sposa.

Il fidanzamento poteva anche esser infranto (repudium).
Doveva esser, però, notificato tramite un intermediario con la formula: “Condicione tua non utor“.
In caso in cui la parte lesa non fosse stata d’accordo, poteva ricorrere al giudice, il quale, dopo alcune analisi del caso, poteva anche condannare a pagar un risarcimento in denaro in base alla dote colui che avesse rotto il fidanzamento.

I motivi per annullare un fidanzamento erano sostanzialmente due: la morte prematura dei due fidanzati o la durata eccessiva del fidanzamento stesso.

Non erano considerati motivi validi per un annullamento la condotta morale o l’estrazione sociale (queste erano condizioni valutate dalle famiglie prima di procedere al fidanzamento), né l’infermità mentale, giudicata di un tipo di patologia curabile.

Bibliografia essenziale

A. Angela 2016, Amore e sesso nell’antica Roma.

F. Dupont 1990, La vita quotidiana nella Roma repubblicana


3 thoughts on “Il fidanzamento nella Roma antica

  1. Questa parte l’avevo studiata quando studiavo storia antica come approfondimento. È un argomento davvero interessante che hai spiegato con molta cura ed è affascinante cedere tutti gli usi e i costumi degli antichi romani. Ci sono ancora così tante cose che le persone non sanno di loro!

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